La stangata si abbatte sui proprietari di barche

La criticata tassa di possesso si versa entro il 31 maggio. Va da 800 a 25mila euro Nautica in ginocchio: la spesa crolla del 56% a livello nazionale e del 70% in Fvg
Di Roberto Urizio
Lasorte Trieste 15/04/10 - Porto S.Rocco, Fiera Vela & Vela
Lasorte Trieste 15/04/10 - Porto S.Rocco, Fiera Vela & Vela

TRIESTE. Scade il 31 maggio il termine per la tassa di possesso delle imbarcazioni superiori ai 10 metri. L’imposta, inserita dal Governo Monti nel cosiddetto decreto “Salva Italia” nel 2011, aveva creato molti malumori tra i diportisti e tra coloro che gestiscono i marina dove ormeggiano le imbarcazioni (aveva fatto scalpore l’annuncio di Riccardo Illy di vendere la propria barca). La tassa, che va dagli 800 euro per le imbarcazioni più piccole (10-12 metri) fino a 25 mila euro per quelle sopra i 64 metri, viene ridotta della metà per le barche a vela e rispettivamente del 15%, 30% e 45% per quelle che hanno un’anzianità di 5, 10 e 15 anni.

Molti i detrattori dell’imposta che ha fatto incassare allo Stato, nel 2012, 24 milioni di euro a fronte di una previsione che arrivava a 155 milioni; da qui le proteste dei diportisti secondo cui, oltre al minore gettito entrato nelle casse statali, si è perso un giro di affari che si aggira attorno al miliardo di euro, con una perdita iniziale di barche che hanno deciso di ormeggiare all’estero (in modo peraltro inutile visto che la tassa è sul possesso e fa fede il Paese di immatricolazione) attorno al 10%.

Un’indagine condotta dall’Osservatorio Nautico Nazionale e contenuta nel Rapporto sul Turismo Nautico 2013 ha stilato i numeri della crisi del settore nautico:-26% di contratti di ormeggi annuali, -34% di ormeggi in transito, -39% di ricavi per gli ormeggi a gestione pubblica, -56% di spesa da parte dei diportisti sul territorio, -21% di fatturato del settore charter e soltanto un +34 unità il saldo tra immatricolazioni e cancellazioni di imbarcazioni (+2%).

In Friuli Venezia Giulia le cose non sono andate meglio, nonostante un segnale incoraggiante del saldo tra immatricolazioni e cancellazioni pari a 103 unità. In regione il settore, che conta 42 strutture portuali (pari all’8% del totale nazionale), 13.831 posti barca (quasi la metà del numero complessivo di tutto l’Alto Adriatico) e dà lavoro a circa 3.500 persone, ha visto la spesa scendere da 97 a poco più di 30 milioni di euro (con un calo di circa il 70%), di questi il 44% è relativo alle spese portuali, il resto va sul territorio, in particolare commercio e strutture ricettive della regione più presidiata in questo settore con un porto ogni 3,76 km di costa, 89,2 posti barca per chilometro in confronto al dato nazionale che raggiunge solo i 20,9 posti.

Ma se il clima generale è di grande avversione verso quella che viene considerata una tassa punitiva nei confronti di un settore che potrebbe essere ben più trainante per l’economia, c’è anche chi considera l’imposta sul possesso non così ingiusta. E se i marina che ospitano grandi imbarcazioni soffrono, quelli più piccoli non hanno avuto grosse ripercussioni. Porto San Rocco o Villaggio del Pescatore, ad esempio, hanno avuto maggiori riflessi negativi, altre realtà invece tengono. «Noi ospitiamo barche solitamente piccole – sottolinea Vincenzo Spina, presidente della Società Barcola Grignano – e quindi non abbiamo sofferto particolarmente. In ogni caso la tassa esiste in altri Paesi già da molti anni, l’Italia si è semplicemente adeguata e non è nemmeno il Paese dove questa imposta è più elevata. E tutto sommato chi ha un’imbarcazione di grandi dimensioni può permettersi di pagarla».

Più odiosa viene considerata la Tarsu sugli specchi d’acqua che i possessori di barche devono pagare al di là dell’uso o meno dell’imbarcazione. «Di fatto – spiega Spina – chi ha una barca, in questo caso di qualsiasi dimensione, si trova a pagare la Tarsu per la propria casa e per la barca. Questa sì che è un’imposizione ingiusta». Un balzello che comunque a Trieste è stato mitigato. «Abbiamo trovato un accordo con il Comune per rendere più accettabile questa imposta» puntualizza Giovanni Svara, presidente della Società Nautica Grignano, anch’egli convinto che la tassa sul possesso è tutto sommato accettabile. «È vero che altri gestori di posti barca, magari chi ospitava gli stranieri, hanno sofferto, ma le tasse ingiuste onestamente sono altre».

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