La storia della scritta “Naš Tito”
Tutte le vicissitudini e le (curiose) modifiche dal 1978 a oggi
Dopo i trattati di pace di Parigi del 1947, la montagna passò a segnare il confine tra l’Italia e la Jugoslavia, con alcune modifiche minori alla linea di confine a seguito del trattato di Osimo del 1975. Nel 1978, sulle pendici slovene del monte, a poche decine di metri dal confine italiano, fu realizzata una grande scritta in pietra “Naš Tito” («Il nostro Tito») dedicata a Josip Broz Tito, con lettere alte 25 metri e lunga circa 100, facilmente visibile anche a chilometri di distanza e in particolare dalla parte italiana della vallata di Gorizia.
La scritta, simile a diverse altre realizzate in quel periodo nel territorio dell’ex Jugoslavia, anche vicino al confine, aveva un chiaro intento propagandistico, rivolto in particolare verso le popolazioni oltre confine.
Dopo il crollo dell’ex Jugoslavia e l’indipendenza della Slovenia la scritta ha subìto diverse vicissitudini, in cui periodi di abbandono hanno fatto seguito a periodi in cui la scritta è stata resa nuovamente visibile, a periodi in cui è stata parzialmente o anche totalmente modificata, talvolta ad opera di attivisti o anche ignoti.
Per un certo periodo è stata modificata in “Tito Slo” , quindi “W Tito” o ancora in “Naš Fido” («Il nostro Fido»). Nel 2013, per un certo periodo è stata modificata in “Vstaja” (in sloveno «Rivolta»), in concomitanza con l’estendersi in Slovenia di un movimento di protesta causato dalla crisi economica.
Dal 2014, la scritta è semplicemente “Tito” a lettere maiuscole, facilmente visibile dal territorio italiano.
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