La System Sensor annuncia 20 esuberi per riorganizzazione

I sindacati hanno ottenuto due incontri l’8 e 9 novembre. Oggi assemblea generale nello stabilimento di via Caboto
Lasorte Trieste 12/10/10 - Via Flavia, Diaco
Lasorte Trieste 12/10/10 - Via Flavia, Diaco

di Giuseppe Palladini

Non coinvolge grandi numeri, ma si tratta sempre di un ridimensionamento, che come tale apre l’ennesima vertenza nel mondo del lavoro. Al centro di questa nuova vicenda è la System Sensor Europe - Pittway Tecnologica, la cui direzione ha comunicato l’altra sera, alle Rsu e alle segreterie provinciali di Uilm, Fiom e Confsal, l’intenzione di procedere a una riorganizzazione dell’azienda che avrà come effetto quella che i sindacati definiscono «un’eccedenza di personale», quantificabile in una ventina di dipendenti.

Una prospettiva che la delegazione sindacale ha immediatamente respinto, chiedendo contestualmente all’azienda «di non procedere con azioni unilaterali, di aprire un confronto che chiarisca i termini della nuova organizzazione, escluda i licenziamenti e assicuri prospettive di rilancio al sito produttivo di Trieste».

La disponibilità dell’azienda al confronto è stata altrettanto immediata. Due incontri sono già stati fissati con i sindacalisti martedì 8 e mercoledì 9 novembre.

Per oggi, intanto, le organizzazioni sindacali e le Rsu hanno organizzato un’assemblea generale nello stabilimento di via Caboto, nella quale illustreranno ai lavoratori quanto discusso con la direzione aziendale e prospetteranno eventuali iniziative a supporto della vertenza.

Insediatasi col nome Pittway nel 1988, grazie ai provvedimenti della legge 26/86 (Pacchetto Trieste), l’azienda di via Caboto, che fa parte del colosso statunitense Honeywell, occupa attualmente 345 dipendenti, dei quali ben l’80% è costituito da donne. L’attività è incentrata sulla progettazione e produzione di apparecchiature per il mercato della sicurezza, nella fattispecie sensori antincendio e rilevatori di fumo.

Dal 1998 l’attuale System Sensor non ha mai conosciuto crisi. Un dato di fatto che permette di guardare con una certa fiducia alla soluzione della vertenza appena apertasi. «Su 345 persone - osserva Stefano Borini, segretario provinciale della Fiom-Cgil - venti sono tranquillamente assorbibili, sia attraverso il riassetto interno sia con gli ammortizzatori sociali. Dobbiamo ancora capire bene - aggiunge - le cause che determinano queste eccedenze, e chi svolgerà il lavoro che fanno attualmente queste venti persone».

Negli incontri già previsti, oltre questi punti i sindacati ribadiranno un netto no a licenziamenti e punteranno a conoscere le prospettive per il futuro dello stabilimento.

«La diversificazione annunciata, cioè l’introduzione di nuovi prodotti - annota ancora Borini - va spiegata meglio sia in termini di volumi sia di risorse impegnate. L’occupazione - rimarca - va difesa a tutti i costi, posto che molte dipendenti hanno più di 40 anni. Sul questo fronte ci attendiamo che l’azienda non ponga chiusure».

«Abbiamo chiesto azioni - gli fa eco Antonio Rodà, della segreteria Uilm - per la ricollocazione degli esbueri nello stesso sito produttivo, che l’azienda dice si tratta di personale indiretto, non coinvolto nella produzione».

Anche se System Sensor non sembra avere problemi di mercato, è un fatto però che intende rafforzare l’ufficio tecnico (proprio in queste settimane sta cercando ingegneri meccanici ed elettronici) in vista dell’affinamento di nuovi prodotti che dovrebbero essere realizzati a Trieste a partire dal prossimo anno.

Nell’incontro di lunedì, del resto, la direzione dell’azienda ha dichiarato ai sindacati «la volontà di continuare a investire sia sui prodotti sia sui processi, considerando strategico il sito di Trieste nell’ambito del gruppo».

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