La vita con la tavola ai piedi dello snowborder triestino coach della squadra italiana

Benussi è il nuovo allenatore del team azzurro. La scintilla è scoccata in Tirolo  «Guardavo i salti della Coppa del mondo e ho pensato: voglio farli anch’io»
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Trascorre circa 300 giorni all’anno con una tavola ai piedi, tra distese innevate in Italia e all’estero, e da poco è allenatore della nazionale A di snowboard. È il triestino Alessandro Benussi, 41 anni, prima atleta e poi coach del team azzurro, con un passato di risultati anche sugli sci e un presente da super sportivo, che nel tempo libero contempla pure altre discipline.

«Il mio rapporto con gli sport invernali è iniziato da bambino, quando ho messo ai piedi gli sci - racconta -. La montagna come ambiente mi è subito piaciuta, tanto che oltre alla neve sono riuscito a ottenere buoni risultati anche nello sci d’erba, dove da ragazzino sono stato campione del Triveneto». Passa qualche anno e Alessandro decide però di abbandonare le due lame e le racchette. C’è una novità, che cattura subito la sua attenzione. «Oltre 20 anni fa sono rimasto affascinato dai primi snowboard che si vedevano sulle piste e dall’abbigliamento richiesto, che richiamava lo stile di chi fa surf o va in skateboard. Ho deciso quindi di provare, come tanti altri miei coetanei, che all’epoca tentavano le prime discese in compagnia di amici. Ricordo ancora la prima volta in cui ho indossato gli scarponi da sci con gli attacchi soft sullo snowboard, e la sensazione di avere i piedi bloccati. Ma quelle difficoltà si sono presto dissolte. Il feeling con la tavola è arrivato prestissimo. Dopo un’ora di lezione scendevo ovunque».

Per Alessandro è l’inizio una grande passione. «Da quel momento insieme agli amici abbiamo sfruttato ogni week end libero per spostarci in montagna. Tra i ricordi più piacevoli c’è una vacanza a Pasqua nel sud Tirolo, dove si stava svolgendo una Coppa del Mondo. Lì è scattato qualcosa. Guardando i campioni con lo snowboard compiere gesti atletici incredibili, ho pensato “voglio farlo anch’ io”».

Sono gli anni dell’università, a Bologna, e il tempo libero è tutto per giornate sulla neve, fino alla prima gara ufficiale con lo snowboard. «C’era un po’ di timore, ma la voglia di provare era tanta. E ho ottenuto un secondo posto. Il premio era uno zainetto, che ancora conservo». Per Alessandro, che ha sempre potuto contare sul grande e prezioso appoggio dei genitori («e per questo non smetterò mai di ringraziarli»), le competizioni diventano un’abitudine e cresce il livello di difficoltà e il prestigio. Dopo un anno partecipa a una gara importante organizzata dalla Gazzetta dello Sport e la vince. Da quel giorno totalizza primi o secondi piazzamenti in tutte competizioni in Italia. Poi obiettivi sempre più importanti, tra World Cup, eventi Red Bull e inviti a partecipare ad eventi, fra cui la famosissima Innsbruck Air&Style dove insieme a Filippo Kratter, con cui allena la nazionale adesso, è tra i primi italiani a poter saltare davanti a 15mila persone. Fra i risultati migliori un quarto posto all’European Open a Livigno, quinto alla World Cup di Leysin, nei top 10 in coppe del mondo e svariati podi a gare in Italia, con un 12esimo posto nel ranking mondiale di Big Air. Al momento è ancora l’unico italiano ad aver avuto, da uno dei marchi americani leader nella produzione di snowboard, una tavola con la grafica e caratteristiche scelte da lui, e con il suo nome stampato sopra. Il nuovo impegno di Alessandro non modificherà comunque il suo stile di vita. «Sempre in giro, senza fermarsi, ma è bello lavorare facendo quello che più piace. E l’impegno lascia spazio anche ad altre passioni: fly fishing (pesca a mosca), bici e surf ». —



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