La vita spericolata del professore

Strenuo difensore del punto franco in Porto vecchio, compare in numerose inchieste

Battagliero, istrionico, profondamente colto, con conoscenze e amicizie che contano in mezza Europa, per certi versi anche geniale. Così Francesco Alessandro Querci. Solo che le sue intuizioni, la sua cultura, il suo talento e le sue amicizie, che progressivamente negli anni lo hanno scaricato, gli sono servite ben poco. È finito in cella. Un parabola: da professore universitario a compagno di prigione di spacciatori e ladri.

Ultimamente il nome di Francesco Alessandro Querci è stato collegato all’associazione Porto franco della quale è sempre stato il punto di riferimento. Si è battuto per il mantenimento del trattato internazionale cercando di mettere la parola fine alle concessioni e alle le proposte per altre attività di uso diverso dello scalo. Come la richiesta del sindaco Cosolini di spostare il punto franco dal Porto vecchio teoricamente in attesa della risposta del governo. Querci ha sempre detto un secco no.

Il porto e i suoi meccanismi giuridici li conosceva a menadito. Tanto che era riuscito nel 1997 a far transitare in regime extraterritoriale dal Porto vecchio ben 400 ettolitri di una sostanza simile al vino di provenienza maltese e destinata all'Ucraina. «Vino» o meglio come hanno sostenuto i periti acqua, zucchero e sottoprodotti, finito poi al centro di un’ inchiesta giudiziaria. I suoi guai giudiziari sono iniziati nel 1998 con un arresto. Era stato per quattro mesi ai domiciliari per il coinvolgimento nell’inchiesta della Procura di Milano sul crac delle “Ferrovie Torino Nord”, società di cui Querci è stato consigliere di amministrazione fino al 13 aprile 1992. Il fallimento è del 1994. Di Querci se n’è parlato in aula il 4 dicembre del 2011. Era stato condannato a sei anni di carcere per bancarotta. Il processo era stato quello del crac della “Distilleria Goriziana”, già “Baker Distilleria” e della “Navigazione Muggesana”. La prima società era stata dichiarata fallita nel maggio del 1999 dal Tribunale di Gorizia; l'altra nel successivo giugno da quello di Roma.

Ma l’inchiesta che ha fatto più scalpore è stata sicuramente quella che ha riguardato il crac della Kreditna Banka. In cui è stato anche condannato a otto mesi in via definitiva anche il senatore pdl Giulio Camber. (c.b.)

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