«L’acqua è un diritto» Pensionata ronchese rimane all’asciutto
La protesta di Manuela Girelli: «Vivo con 504 euro al mese, mio marito è disoccupato». Ma l’azienda le stacca il contatore

Bonaventura Monfalcone-26.09.2017 Signora Girelli-Ronchi dei legionari-foto di Katia Bonaventura
RONCHI DEI LEGIONARI. Non paga l'acqua. Per due ragioni. La prima perché con 504 euro di pensione al mese e un marito disoccupato a carico, non ne ha la possibilità. La seconda è per principio. C'è stato un referendum, nel 2011, che ha sancito come l'acqua debba essere un bene pubblico e non si capisce perché, invece, la rete idrica debba continuare ad essere gestita da una Srl, come nel caso di Irisacqua, con costi che ritiene siano folli. Protagonista è Manuela Girelli, residente in un appartamento al civico 1 di via Aeroporto, a Ronchi dei Legionari. Ha un debito di 402 euro e dopo continui solleciti, andati a vuoto, nelle scorse ore sono arrivati i tecnici dell'azienda, scortati da due agenti della polizia locale, che hanno asportato sia il contatore, sia la valvola che regolava l'erogazione dell'acqua. Lasciando l'abitazione a secco. «Fortunatamente ero corsa ai ripari e avevo tenuto da parte alcune taniche – racconta la donna – ma nelle prossime ore non so proprio come farò. Anzi come faremo visto che non sono da sola. La signora che abita al piano sottostante si è offerta di darci una mano, ma non può essere così per sempre».
Manuela Girelli si è anche recata dal sindaco. Livio Vecchiet l'ha ascoltata, si è fatto carico della sua situazione e ha promesso che investirà del problema i servizi sociali. Ma non sarà una soluzione facile. «So bene che ci sono dei costi per la depurazione delle acque, quelli che si riferiscono alle fognature – aggiunge – e sono disposta a pagarli perché so che sono un servizio supplettivo. In effetti una fattura da 64 euro l'ho pagata nei mesi scorsi, ma credo che la volontà di un popolo debba essere presa in considerazione. Altrimenti perchè fare un referendum se, poi, un bene così prezioso deve rimanere nelle mani di poche aziende nelle quali i Comuni, la gente, non contano più a nulla?». Senza acqua è difficile vivere. Una vita d'inferno. E non può funzionare nemmeno una caldaia. Manuela e il marito Enzo, muratore colpito dieci anni fa dalla pesante crisi dell'edilizia e con enormi difficoltà a trovare un nuovo impiego, cercheranno alternative. La vicina di casa che possa approvvigionarli con delle taniche. «Viviamo con la mia misera pensione – è ancora il suo racconto – e proprio in questi giorni dovrei pagare la bolletta del gas ed altre cose per le quali se ne andranno dal mio portafogli oltre 200 euro. Me ne restano 304 per mangiare e vivere. Non credo siano queste le condizioni in cui deve stare una famiglia». I tecnici di Irisacqua, dopo la segnalazione di morosità che perdura da alcuni anni, sono passati all'azione, sotto gli occhi vigili della polizia locale. «Non mi hanno nemmeno avvisato – prosegue – : ho sentito dei rumori, ho aperto la porta ed ho constatato quanto stava succedendo. Poi ho preso e mi sono recata nell'ufficio del sindaco. Non ho i soldi per pagare tutto quanto mi chiede l'azienda, ma, come ho già detto, la mia è anche un'azione di protesta nei confronti di chi continua a speculare con quello che è un bene primario per la popolazione. Non mi vergogno, non ho fatto del male a nessuno, ma sono convinta che le persone debbano alzare la testa».
Ora la “palla” passa all'amministrazione comunale ed ai suoi servizi alla persona. Già questa mattina Manuela Girelli incontrerà nuovamente le assistenti sociali, alle quali esporrà nuovamente il suo caso. Nella speranza che venga trovata una soluzione al più presto.
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