Ladri ancora in azione a Trieste: preso di mira Donda

Un passante ha notato il vetro della porta infranto e ha chiamato i carabinieri. I titolari: “Delinquenza sempre più diffusa”

Gianpaolo Sarti
La porta di ingresso del negozio Donda: un pannello sostituisce temporaneamente il vetro. Foto Lasorte
La porta di ingresso del negozio Donda: un pannello sostituisce temporaneamente il vetro. Foto Lasorte

La lunga scia di furti con spaccata nei negozi e nei bar del centro non si arresta. I ladri hanno derubato anche “Donda”, lo storico punto vendita di largo Barriera. L’ultimo (e l’unico) precedente risale al lontano 1954, da allora non era più accaduto.

I Carabinieri sono stati contattati domenica mattina da un passante che aveva notato la vetrina della porta di ingresso completamente infranta. Una pattuglia della caserma di via dell’Istria si è quindi recata sul posto constatando il danno e, soprattutto, che i malviventi erano riusciti a entrare indisturbati, evidentemente di notte. I militari dell’Arma hanno poi tentato di contattare il titolare, in quel momento però irreperibile.

A quel punto la figlia, pure lei fuori Trieste, ha mandato una dipendente a verificare l’accaduto. Ciò che è successo durante la notte tra sabato e domenica è apparso subito chiaro: i ladri hanno sfondato la porta principale per poi puntare dritti al bancone, che hanno messo letteralmente a soqquadro alla ricerca di contanti.

Che, come conferma il titolare, hanno effettivamente trovato forzando la cassa. Non è chiaro però a quanto ammonti la somma. I malviventi non hanno invece preso le monetine, per un totale di circa trenta euro.

Per arraffare i soldi – e probabilmente anche per rintracciare una possibile cassaforte – i ladri hanno divelto il plexiglass di protezione del bancone, per poi scaraventare sul pavimento il registratore di cassa e il computer. Per farlo hanno strappato via i cavi collegati.

Non hanno invece toccato la merce, forse perché sono stati disturbati nella loro azione. O forse per evitare di dover fuggire con oggetti ingombranti. Il negozio è dotato di un sistema di video sorveglianza, ma sembra che nella notte del furto (tra sabato e domenica) le telecamere non fossero attive.

 

«Purtroppo la delinquenza, soprattutto di notte, sta chiaramente alzando la testa – commenta la famiglia Donda – certa dell’impunità delle proprie azioni. Il mestiere di commerciante è ogni giorno sempre più complesso, pericoloso e difficile. Ciononostante non si deve mollare».

Dalla fondazione nel 1887 il Calzaturificio Donda in 138 anni di attività aveva subìto un unico furto con scasso, appunto nel ’54. «Da quella volta mai più delinquenti», osserva la famiglia Donda.

Ma ultimamente Trieste è molto peggiorata come peraltro l’intera Italia e forse anche tutta l’Europa. In questi giorni abbiamo letto di numerosi fatti analoghi in centro e anche del ragazzino di quattordici anni accerchiato e rapinato al centro commerciale “Il Giulia” da un gruppo di coetanei. La nostra città non era abituata a fatti del genere... queste cose qui da noi non accadevano. Se si commettono rapine a quattordici anni, a diciotto cosa è capace di fare questa gente? Useranno il coltello? Le pistole? Purtroppo c’è un senso di impunità generalizzato.

Pochi giorni fa – racconta la famiglia Donda – era entrata una persona in negozio, un trentacinquenne triestino. Si era messo a urlare in modo minaccioso, anche nel reparto per bambini dove c’era una famiglia. Questo individuo mentre gridava ha rotto anche alcuni manichini. Noi commercianti come ci possiamo difendere?».

All’interno del negozio non sono state rivenute tracce dei malviventi. Niente di utile per le indagini, insomma. Non ancora, perlomeno. La famiglia Donda è stata invitata dai Carabinieri a sporgere denuncia. —

Riproduzione riservata © Il Piccolo