L’agnello di Cherso è a rischio estinzione

A causa della presenza sull’isola dei cinghiali. Una battaglia che nemmeno le doppiette dei cacciatori riescono a vincere
Cherso
Cherso

FIUME Gli ovini autoctoni di Cherso, che hanno sfamato parecchie generazioni di isolani, sono a rischio di estinzione. È quanto ribadito giorni fa alla 12esima edizione della mostra dedicata all'ovinicoltura chersina, tenutasi ad Aquilonia (Orlez), in quello che è il maggior abitato di Cherso situato sulla parte continentale dell' isola. L'appuntamento è stato promosso da Agenzia agricola croata, associazione Pramenka di Aquilonia e Unione nazionale degli allevatori di ovini, con il patrocinio di ministero croato dell'Agricoltura, Regione quarnerino–montana, Città di Lussinpiccolo e Assoturistica lussignana.

Un tanto per far capire l'importanza dell'esposizione e soprattutto il contenuto del messaggio lanciato: i cinghiali, specie alloctona a Cherso (e anche nella vicina Lussino), stanno mettendo in pericolo ormai da decenni l'esistenza degli ovini, con il rischio che pecore, agnelli e montoni spariscano definitivamente dall'isola quarnerina.

I cinghiali, che i chersini chiamano "porchi selvadighi", erano stati introdotti circa 30 anni fa per dare avvio al turismo venatorio a Cherso. Una mossa che nel corso degli anni si e' dimostrata sbagliata e dalle conseguenze drammatiche. Gli irsuti animali sono usciti in vari modi dai recinti delle riserve venatorie, facendo strage in 20 e più anni di agnelli, tra i cibi preferiti dai cinghiali. Infatti – dopo averli uccisi – si cibano delle interiora, lasciando tutto il resto specialmente ai grifoni, gli avvoltoi dalla testa bianca. In tutti questi anni il numero di ovini – attualmente ve ne sono circa 10 mila – si è ridotto drasticamente, fenomeno che potrebbe andare avanti ancora per anni se lo Stato, in primo luogo il ministero dell'Ambiente, non adotterà mosse concrete.

È stato calcolato che dal 2005 a tutto il 2017, sulle isole quarnerine (Cherso, Lussino, Veglia e Arbe) sono stati abbattuti 13 mila e 200 cinghiali. La cosa è servita a poco a Cherso, dove gli addetti ai lavori sono dell'avviso che i cinghiali superino di cinque volte il numero degli ovini. Un'enormità, con gli animali alloctoni che si sono diffusi in gran parte nell'area settentrionale dell'isola, che prende il nome di Tramontana. «Siamo molto preoccupati – ha affermato il sindaco di Cherso, Kristijan Jurjako – gli ovini sono uno dei nostri simboli, probabilmente destinati a scomparire. Senza l'aiuto statale, i chersini non riusciranno a vincere questa sfida. Zagabria ha l'obbligo di appoggiarci, altrimenti dell'ovinicoltura resterà soltanto un ricordo». —


 

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