L’alunno è lento per pigrizia oppure soffre di dislessia?
Lla dislessia. È un disturbo che si scopre durante il percorso scolastico di un bambino, penalizzandolo nel suo rendimento nonostante la sua intelligenza sia nella norma, se non addirittura superiore. I sintomi sono l’estrema lentezza e fatica nella lettura e nella scrittura. Quando l’insegnante detta alla classe, l’alunno rimane perennemente indietro. Questo perché i bambini e i ragazzi dislessici non automatizzano il processo di lettura e scrittura.
In Italia si stima che questo disturbo colpisca circa il 3-4% della popolazione scolastica nella fascia della scuola primaria e secondaria di primo grado. Nella dislessia rientrano spesso anche la discalculia, la disortografia e la disgrafia. Per compensare questi disturbi a scuola, è necessario dare agli alunni più tempo per finire le verifiche e favorire l’utilizzo del computer per la composizione dei temi svolti in classe, poiché fanno molti errori ortografici ed, in alcuni casi, la loro calligrafia è disordinata e poco chiara. Anche la calcolatrice è molto utile per accorciare i tempi dello svolgimento di esercizi matematici, specialmente per i discalculici, i quali riscontrano delle difficoltà più o meno accentuate nell’eseguire calcoli. Un importante aiuto per questi scolari è la certificazione della diagnosi, eseguita da professionisti sanitari, i quali sono in grado di escludere disturbi sensoriali, come ad esempio problemi visivi. Il vantaggio dell’avere un certificato di diagnosi, di cui una copia dovrà essere consegnata all’istituto scolastico frequentato, sta nel fatto che ciò permetterà al dislessico di potersi avvalere di tutti quegli strumenti che andranno a compensare le difficoltà come quelli già citati ovvero uso di computer, calcolatrice, verifiche diversificate e/o maggiori tempistiche di svolgimento delle stesse. Inoltre, nei casi più gravi, è previsto l’affiancamento di un insegnante di sostegno ed altre disposizioni contemplate dalla legge italiana (art. n° 170/10).
«Ho scoperto di esser dislessico in quinta elementare. Ricordo che la maestra dettava e io non riuscivo a starle dietro come facevano i miei compagni. Quando scriveva alla lavagna io iniziavo a ricopiare ma, tempo di rialzare la testa per continuare, ciò che stava scritto era già stato cancellato. Mi mancava sempre una parte delle lezioni. Tutti mi consideravano pigro» racconta J.C. studente dell’Istituto Nautico di Trieste. «Alla scuola media – continua - mi sono trovato molto bene perché gli insegnanti capivano questo mio disturbo e mi diedero tutti gli strumenti necessari per far del mio meglio. I miei voti migliorarono, e superai l’esame di Stato con una buona media.»
Jaap Censky
Classe 4.a C
Liceo Deledda
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