L’anima del mondo di Max Fabiani
Nel 1945, all’età di 80 anni, Max Fabiani decide di condensare in uno scritto il suo pensiero sulla vita e sull’arte, tratto da annotazioni fatte durante la 1° guerra mondiale e poi aggiornate nel...

Nel 1945, all’età di 80 anni, Max Fabiani decide di condensare in uno scritto il suo pensiero sulla vita e sull’arte, tratto da annotazioni fatte durante la 1° guerra mondiale e poi aggiornate nel corso della 2°, pubblicando un piccolo libretto stampato su carta da giornale dalla tipografia di Giuseppe Iucchi, non più esistente ma che allora aveva sede in via Morelli 16. Come scrive Marco Pozzetto, il suo ragionamento viene esposto in 7 temi generali, ulteriormente suddivisi in 22 capitoli, molti dei quali riguardano la filosofia della scienza e qualcuno l’immaginazione pura: L’infinitesimale, L’individuo e la cosa, L’individuo l’uomo, La famiglia e la razza, La società umana, Lo Stato e L’evoluzione futura.
Il titolo dell’opera è una contrazione da “ātmàn”, termine sanscrito che indica l’essenza o il soffio vitale, l’anima e che, come si legge su Treccani.it «rappresenta metafisicamente il principio dell’essere in quanto opposto prima al corpo e poi al non essere». Scontento del risultato, per distruggerle Fabiani ritirò le 500 copie stampate, delle quali se ne salvarono pochissime, con una presente nell’archivio della Biblioteca statale isontina. Successivamente predispose una serie di disegni a corredo della nuova edizione che probabilmente riteneva imminente, perfezionando e modificando il testo fino al 1958, senza però mai darlo alle stampe. Nel 1999, assieme alla Fondazione Max Fabiani di San Daniele del Carso, Pozzetto decide di ripubblicarne l’edizione del 1945 da lui stesso tradotta in sloveno, edizione ristampata nuovamente nel 2015 dal Museo di Architettura e Design di Lubiana per il 150° anniversario della nascita di Fabiani, in italiano e in inglese, ma sempre con l’uso del testo originario.
Le idee contenute sono avvincenti e nel 2014 l’associazione Jam Art di Trieste mette in scena “Max Fabiani l’anima del mondo”, la cui drammaturgia è costruita da Giulio Costa e Diana Höbel partendo da Acma di Fabiani e presentando lo spettacolo in anteprima nell’ottobre del 2013 al Narodni dom di Trieste, costruito dallo stesso Fabiani nel 1905, con il corredo di un bel ritratto-manifesto dell’architetto disegnato dall’artista Paolo Cervi Kervischer. L’avvincente opera teatrale, che non è ancora mai stata rappresentata Gorizia, portava a commento una significativa frase di Fabiani: «Vorrei sentirmi “granel d’orzo” che si esprime in pieno divenire. Qual è il senso di tali parole? Noi vibriamo, come le foglie dell’albero, alla più leggera brezza accusiamo ogni scossa. Cosa vuole l’uomo, quale è la felicità che vuole raggiungere, quale la ultima meta dei suoi sogni? Illimitate sono le possibilità di evoluzione. Più limpida diventa questa visione, meglio sapremo organizzare la nostra vita». Finalmente, nel dicembre di quest’anno, grazie all’associazione Rodolfo Lipizer di Gorizia, con i tipi delle Nuove Edizioni della Laguna per la prima volta viene dato alle stampe il testo definitivo fino ad ora confinato nel brogliaccio di Fabiani, nell’edizione curata assieme a Patrizia Ugrin e reperibile nelle migliori librerie di Gorizia: “ACMA l’anima del mondo 1958 di Max Fabiani”.
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