Largo Isonzo abbraccia don Paolo

Garantire continuità alle attività della parrocchia di San Giuseppe. Una comunità, quella di Largo Isonzo, ricca, giovane e vivace. Tanto che don Paolo Zuttion ha osservato: «È una cosa rara. Ho girato numerose parrocchie, è difficile trovare una presenza di ragazzi, gruppi e associazioni così importante». In qualità di presidente della Caritas, ha espresso un altro desiderio: rendere operativo il dormitorio alla Marcelliana, con i suoi 7 posti-letto, per questo inverno. Giornata speciale ieri a San Giuseppe. La comunità, numerosissima, ha accolto la sua nuova guida con un caldo abbraccio, nell’intramontabile ricordo di don “Pino” Deluisa, primo parroco del rione, dopo la partenza di don Bruno Sandrin e la successiva gestione affidata a don Mario Malpera e al parroco decano del Duomo, don Fulvio Ostroman. Quando don Paolo è giunto sul sagrato della chiesa sono risuonate le campanelle, il gioioso saluto degli scout. All’unisono un corale applauso. Don Zuttion, proveniente dalla Madonna della Misericordia di Gorizia, ha concelebrato la messa delle 10 assieme a don Ostroman e a don Mario. Don Ostroman ha esordito: «Oggi è un giorno di gioia perchè l’arcivescovo ha affidato questa parrocchia a don Paolo Zuttion. È una comunità bella, una parrocchia viva». E don Paolo: «Assumo l’incarico con onore e timore, perchè confido di poter dare le risposte più adeguate a questa comunità».
La liturgia è stata scandita dai canti del coro parrocchiale. La chiesa gremita. S’è data lettura del decreto di nomina, firmato dall’arcivescovo monsignor Dino De Antoni prima di lasciare la guida della diocesi, ora retta da Carlo Roberto Maria Redaelli: preso atto che la parrocchia è canonicamente recente, non potendo assicurare un parroco a pieno titolo stante le difficoltà connesse alla riorganizzazione del servizio sacerdotale in città, le sono sinceramente grato per la disponibilità affidandole il ruolo di amministratore parrocchiale di San Giuseppe e la rappresentanza legale della parrocchia a partire dal primo ottobre 2012 e fino a nuove eventuali disposizioni. L’incontro con la comunità è stato semplice e spontaneo. «Se vi dicessi che non sono emozionato - ha spiegato don Zuttion durante l’omelia - dovrei poi andarmi a confessare. È un momento importante, vedo questa comunità così numerosa, non me l’aspettavo. È una sorpresa notare tanti bambini e ragazzi». Ha scelto le parole del Vangelo secondo Marco appena ascoltate per spiegare: «Nulla avviene a caso per chi crede. Siamo chiamati a seguire il Signore e ad essere suoi testimoni. Il Signore è venuto per servire e per donare la sua vita, non per essere servito. Oggi faccio ingresso in questa comunità, vuol dire mettersi a servizio, mettersi il grembiule». Umiltà, carità e amore. Ha ricordato la ricorrenza della giornata missionaria mondiale: «Sono stato in Africa, lo sapete. Ma la vera missione oggi è qui, nelle nostre comunità, che spesso non ascoltano, sono sazie». Ha citato il nuovo Sinodo dei vescovi sostenendo la necessità di «ritrovare nuove strade per evangelizzare».
Dalla comunità è giunto il benvenuto del Consiglio pastorale, che ha consegnato a don Paolo le offerte raccolte a favore della Caritas: «La nostra parrocchia è sorta nel 1965. Pur non avendo una lunga tradizione, s’è inserita nel tessuto sociale e vuole lavorare con le altre parrocchie. Sorta con tenacia grazie a don Deluisa, sempre nei nostri cuori, è poi stata guidata da don Bruno Sandrin. E ora torna ad essere governata nella sua forma parrocchiale». Sono stati ricordati i numerosi laici che si sono messi a disposizione, i catechisti e le catechiste, i coristi, i capi e i ragazzi Scout, i giovani del post cresima, i volontari impegnati soprattutto per i tanti anziani del rione. E l’attività dell’oratorio sotto la guida del circolo “Noi San Giuseppe”. «Sappiamo della povertà dei valori, l’ambizione di questa comunità è quella di colmare queste carenze». Un “grazie”, e un dono, a don Fulvio e don Mario. E poi Corrado e Francesco, provetti custodi della parrocchia. Il sindaco Silvia Altran ha portato il saluto della città: «Conosciamo il tuo lavoro tra i poveri, l’impegno nella Caritas. Hai un cuore grande e sappiamo che vi troverai un posto anche per questa comunità». Poi festa all’oratorio.
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