L’arte della leggerezza si impara in famiglia e stando all’aria aperta

TRIESTE Un laboratorio all’aria aperta dedicato alle famiglie, per coltivare la leggerezza nella quotidianità, liberando creatività ed energie del corpo, e allontanando i pensieri negativi. «Sarà un modo per salutare la primavera partendo da semplici esercizi e giochi che attraverso il corpo e il respiro ci aiutino a ritrovare l’armonia - spiega Monica Marson, coach e arteterapeuta, laureata in Psicologia, autrice dell’iniziativa “L’arte della leggerezza” –. Per intenderci, possiamo decidere a parole di scacciare le preoccupazioni, ma è più efficace farlo con un’attività che coinvolga il corpo e quindi il “sentire” inteso come uscire da un mondo fatto di sola “mente”, di idee e di pensieri».
Il primo incontro è fissato per sabato 25 aprile nel verde della Pineta di Barcola, dove sarà possibile mantenere le distanze indicate dalle direttive ministeriali per l’emergenza coronavirus, se ancora in vigore. Negli appuntamenti proposti da Marson, i bambini stessi vestiranno i panni dei co-conduttori: «Dobbiamo prendere esempio dalla loro leggerezza e per questo motivo saranno proprio i più piccoli a dare colore alle attività - continua la coach -. Metteremo l’accento sulle percezioni del corpo, sulle sensazioni come il caldo o il freddo, la rigidità e la scioltezza, le contrazioni e le espansioni. Lo spazio aperto e la libertà di espressione in famiglia, inoltre, potranno favorire il senso di naturalezza e automaticamente favorire il rilassamento di tutto il corpo, in particolare di cuore e mente».
Lavorare sulla leggerezza significa, quindi, anche evitare che le eccessive tensioni degli adulti si riflettano sull’emotività dei figli. La modalità di lavoro utilizzata da Marson, sia nelle consulenze individuali sia nelle attività dedicate ai bambini e alla genitorialità, è “esperienziale” e unisce la parte più razionale e il sentire, utilizzando l’arte e creatività. «Non credo che essere un buon genitore significhi usare sempre le parole giuste o i toni giusti – suggerisce –. È più importante spogliarsi del bisogno di essere supereroi perfetti. Ed è importante comunicare, con parole adeguate, anche la nostra umanità. Perché non conta l’età dei bambini: possono avere due, sei oppure nove anni, ma sentiranno lo stesso che qualcosa non va. Meglio quindi, ad esempio, esplicitare il fatto di essere stanchi e di non riuscire a giocare con loro, piuttosto che forzare un’attività».
Insomma, come ricorda Marson, le risposte dei bambini a una comunicazione più trasparente spesso stupiscono: «Potranno essere degne di un guru, altre volte di una semplicità disarmante, ma in ogni caso vi faranno sciogliere sensi di colpa e inadeguatezza, perché sono le risposte del cuore. E voi vi alleggerirete».
Gli incontri “L’arte della leggerezza”, saranno a numero limitato e avranno una cadenza mensile; sono aperti anche a zii e nonni e ad altri adulti coinvolti nell’educazione dei più piccoli di casa. È necessario iscriversi chiamando il numero 3492861193. Per maggiori informazioni, visitare la pagina facebook “l’arte di emozionare” e il sito www.monicamarson.it. —
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