L’Ass dedica la direzione ad Adriana Monzani

Non solo in coloro che ne hanno apprezzato l’umanità e le doti professionali ma anche grazie a una sala, che ieri le è stata intitolata, vive il ricordo di Adriana Monzani. Nello specifico, alla...
Bumbaca Gorizia 27.05.2015 Ricordo Adriana Monzani Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 27.05.2015 Ricordo Adriana Monzani Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Non solo in coloro che ne hanno apprezzato l’umanità e le doti professionali ma anche grazie a una sala, che ieri le è stata intitolata, vive il ricordo di Adriana Monzani.

Nello specifico, alla psicologa e psicoterapeuta goriziana scomparsa due anni or sono vinta da una lunga malattia, è stata dedicata la sala riunioni nella sede della direzione dell’azienda sanitaria Aas n. 2 Bassa Friulana-Isontina.

Ed erano in molti, ancora una volta, a tributarle un commosso omaggio: i loro occhi lucidi, i pianti non sempre trattenuti testimoniavano, nei confronti di Adriana, l’affetto sincero.

Fra gli altri, c’erano Giovanni Pilati, direttore generale dell’Aas n. 2, il marito di Adriana, Raffaele Catapano, già primario del Servizio trasfusionale di Gorizia e attualmente primario dell’ospedale di Pordenone, l’assessore al Welfare del Comune di Gorizia, Silvana Romano, la quale, ieri, è stata a lungo vicino alla signora Maia, madre di Adriana.

E proprio a Maia Monzani, con quella voce che Gorizia ben conosce, è spettato (l’ingrato) compito di leggere alcuni pensieri di più o meno stretti conoscenti e di pazienti di Adriana, tra cui quelli della sua amica e collega Maria Bossa; e, ancora, la voce di Maia ha letto una celebre lirica di Eugenio Montale (“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale”).

Per lei, pur abituata, e da una vita, ai palcoscenici, dev’essere stata una sfida tremenda portare a termine le letture e non è un caso, dopo l’ultima parola, il pianto abbia avuto la meglio: ha trovato sostegno in abbracci, strette di mano e in quella forza d’animo, che, probabilmente, la accomunava a sua figlia.

“Adriana, quando i gesti quotidiani diventano ricordi, scopriamo quanta forza c’era dietro ogni tua piccola azione” recita la targa commemorativa, ieri scoperta dalla signora Maia e da Raffaele Catapano, fuori la sala riunioni a lei intitolata, proprio a conferma del carattere deciso palesato da Adriana, anche e soprattutto lungo il corso del suo calvario inesorabile.

Un carattere, peraltro, ricco di uno slancio umano che vive in coloro che, ieri, di lei hanno voluto omaggiare la memoria.

Alex Pessotto

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