Latte Carso acquisito dalla friulana Cepparo

Il Latte Carso, antico marchio triestino, passa definitivamente di mano e diventa friulano. Per le Latterie Carsiche, azienda con stabilimento a Villesse, non ci sono state offerte migliorative...
Il Latte Carso, antico marchio triestino, passa definitivamente di mano e diventa friulano. Per le Latterie Carsiche, azienda con stabilimento a Villesse, non ci sono state offerte migliorative rispetto a quelle formulate dal gruppo Cepparo, che aveva messo sul piatto 2 milioni e 320mila euro. Trascorso il termine del 7 luglio, dunque, il Tribunale fallimentare di Gorizia ha dichiarato chiusa la procedura. Mancano soltanto due passaggi: l’acquirente dovrà saldare il conto, avendo versato in un primo tempo solo il 40% di anticipo dell’importo fissato; il passaggio formale della proprietà davanti a un notaio. La nuova società che gestirà lo stabilimento isontino, la Latte Carso spa, società creata ad hoc dal gruppo Cepparo per condurre in porto l’acquisizione, manterrà tutta la forza lavoro attualmente in produzione. Non si prevedono quindi ulteriori esuberi, come ha confermato ieri con soddisfazione il commissario giudiziale, avvocato Nicola Cannone di Udine. La storica azienda fondata a Duino nel 1968, passa dunque in mani friulane. Il gruppo Cepparo ha infatti sede a Flaibano in provincia di Udine. Il suo core business è la commercializzazione di prodotti caseari nazionali ed esteri operando nel settore da oltre mezzo secolo. L’azienda è specializzata nella stagionatura di prodotti tipici locali, formaggio Montasio e Latteria. L'attività offre anche servizi d’importazione di formaggi dall'estero, la porzionatura ed il confezionamento. Tra gli impegni richiesti nell'avviso di vendita del Tribunale di Gorizia, l'acquirente oltre all'obbligo di mantenere gli attuali effettivi livelli occupazionali, aveva quello di mantenere in Friuli Venezia Giulia il complesso aziendale per almeno cinque anni, «salvo mutamento delle condizioni di business del mercato di riferimento». Secondo le intese siglate con i sindacati, dei 57 lavoratori sono rimasti in azienda in 25 lavoratori (gli addetti alla produzione, più un paio di impiegati), mentre i restanti (altri amministrativi, addetti al magazzino e ai trasporti) sono stati collocati in cassa integrazione straordinaria, a zero ore, per dodici mesi a partire dal febbraio scorso.




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