L’Ausonia punta alla tradizione con cartelli in inglese più triestino
Con la riapertura stagionale, lo scorso weekend, tutti hanno trovato più di una sorpresa

Lo stabilimento Ausonia celebra Trieste. Tra letteratura, tradizione e ironia, un rinnovamento che si traduce con un omaggio a Saba, al dialetto e alla storia della struttura, tra cartellonistica e un nuovo logo. Con la riapertura stagionale, lo scorso week end, tutti hanno trovato più di una sorpresa.
A partire dall’ingresso, dove è stata sistemata sul muro una guida per i clienti chiamata “survivor guide”, un elenco di frasi e parole utili tradotte dall’inglese al triestino, come “flip flops-zavate”, “beach towel-sugaman” o “getting in the water-fare un toc”.

Nell’atrio principale appare subito una grande A, di Ausonia, che ha la forma del vecchio e popolare trampolino della piscina, mentre nel corridoio le colonne riportano alcuni versi delle poesie di Saba.
Sulla lunga passerella, vicino alla postazione per il bagnino, ecco un altro avviso inglese-triestino, con la scritta più grande che avverte “warning! - ocio! ”. Dopo qualche metro viene indicato cosa si può e non si può fare nello stabilimento.
Una colonna mostra i comportamenti “se pol”, l’altra i “no se pol”, sempre con ironia.
È consentito ad esempio “sbabazar del vicin de branda”, quindi fare un po’ di gossip sui bagnanti vicini, ma non è possibile “scoltar la radio senza cufiete”, niente musica insomma ad alto volume.
C’è poi una terrazza dove il cartello avverte che la gente può portare “brandine de casa” mentre nell’altra parte si legge “brandine a pagamento-qua bisogna gaver la pila”.
Dirigendosi verso il punto ristorazione, in alto è stato sistemato un maxi pannello, tra le destinazioni c’è “spiageta fioi”, la spiaggetta frequentata di solito dalle famiglie con bimbi.

«Abbiamo scelto di puntare su memoria, futuro e turismo – spiega Cristina Cristina Cecchini, della Cooperativa sociale Croce del Sud che gestisce lo stabilimento – per valorizzare la storia. Ricordiamo le parole in dialetto che ormai si vanno un po’ perdendo e che incuriosiscono anche chi arriva da fuori. E poi abbiamo deciso di citare i versi di Saba e di disegnare la sagoma del vecchio trampolino che generazioni di triestini hanno nel cuore». —
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