L’autopsia: un colpo attraverso la porta, l’altro alla testa

PALAZZOLO DELLO STELLA. Lo ha ucciso con due colpi di pistola, entrambi potenzialmente mortali. Il primo al petto, il secondo alla testa. Poi ha rivolto l’arma contro sé stesso, si è appoggiato la...

PALAZZOLO DELLO STELLA. Lo ha ucciso con due colpi di pistola, entrambi potenzialmente mortali. Il primo al petto, il secondo alla testa. Poi ha rivolto l’arma contro sé stesso, si è appoggiato la canna della pistola alla tempia e ha premuto il grilletto.

L’autopsia eseguita ieri dal medico legale Carlo Moreschi ha confermato la ricostruzione di quanto avvenuto giovedì mattina nella villetta di Piancada di Palazzolo dove Franco “Jonny” Pavan, 47 anni, finanziere della compagnia di San Giorgio di Nogaro, abitava con la famiglia. È lì che Angelo Brocchetta, 66 anni, gioielliere con residenza a Marano lagunare e domicilio a Carlino, ha consumato la sua vendetta. Un’esecuzione che probabilmente aveva progettato da tempo. Tanto che aveva venduto l’auto, una Volvo W 40 station wagon, e chiuso il negozio di gioielleria di Latisana, “Orogemma”, a fine 2014. Voleva lasciare il casone al Comune di Marano Lagunare, dove era nato, e donare la casa di via Savorgnan a un cugino, al quale era particolarmente legato.

Alle persone più care aveva lasciato intendere di voler mollare tutto per cambiare vita, magari per trasferirsi all’estero. Invece giovedì mattina si è presentato a Piancada poco prima delle 8 con una Fiat Punto presa a noleggio. Ha incontrato la moglie di Pavan con il figlio sull’uscio di casa e si è fatto aprire la porta puntandole contro la Smith & Wesson semiautomatica calibro 9 per 21. Un’arma “regolarmente detenuta” nonostante la condanna di primo e secondo grado per violenza sessuale in conseguenza delle quali all’inizio di dicembre gli ufficiali giudiziari avevano bussato alla sua porta.

Dovevano pignorargli beni per 18 mila euro (un “anticipo” sul risarcimento del danno) ma lui si era trincerato in casa tanto che era stato necessario l’intervento dei carabinieri.

Ecco la “molla” che nella ricostruzione degli inquirenti ha spinto il gioielliere Angelo Brocchetta nell’abitazione di Pavan giovedì scorso. Perché era stato il finanziere a denunciarlo. E Brocchetta ha deciso di vendicarsi. È entrato in casa e lo ha inseguito per le scale. Il finanziere ha provato a chiudersi in camera, ma il gioielliere gli ha sparato attraverso la porta colpendolo al petto. Pavan è caduto a terra, Brocchetta è entrato in camera e lo ha finito con un colpo alla testa. Poi è uscito sul pianerottolo e ha sparato ancora. Per l’ultima volta.

Per tutti era “Razute”. Lo chiamavano così i volontari di ViviamoInPositivo Friulclaun. Loro, gli amici con cui Franco “Jonny” Pavan portava gioia alle persone ricoverate negli ospedali. «Jonny lo abbiamo conosciuto per la prima volta nel 2008 – dice Chantal Braidotti a nome del direttivo - quando ha contattato la nostra associazione per poter frequentare il corso base e diventare volontario.

È stato così che nel giugno 2008 è diventato a tutti gli effetti claun "Razute" e ha iniziato il suo percorso nelle corsie degli ospedali insieme agli altri volontari Friulclaun». Volontari che si recano regolarmente nel reparto di pediatria a Udine, ma non solo. Fanno visita alla neurologia e al Gervasutta di Udine, al reparto di medicina di Gemona, in Rsa a Palmanova, in casa di riposo a Codroipo.

Riproduzione riservata © Il Piccolo