Lavoratori Kcs in rivolta Nel mirino la direzione Itis

Il sindacato Confsal annuncia per lunedì mattina un presidio davanti all’istituto «Carichi di lavoro ormai insopportabili per i 250 dipendenti della cooperativa»
Di Pierpaolo Pitich
Foto Lasorte Trieste 14/11/06 - Via Pascoli - ITIS
Foto Lasorte Trieste 14/11/06 - Via Pascoli - ITIS

I toni della protesta si alzano. Ed il braccio di ferro si inasprisce. Il sindacato della Confsal preme sull’acceleratore per arrivare ad una svolta sulla vicenda che coinvolge i 230 dipendenti della Cooperativa Kcs di Bergamo che dal 2003 assistono gli oltre 400 anziani ospitati all’Itis, ed annuncia per lunedì mattina un presidio davanti alla sede dell’istituto.

Nel mirino del sindacato c’è una situazione definita «intollerabile e penalizzante per i lavoratori che si sobbarcano i servizi più gravosi». E adesso, dopo mesi di richieste di dialogo andate a vuoto, ecco la scelta di elevare il livello dello scontro. «Una decisione che arriva dopo che la direzione Itis, più volte sollecitata ad intervenire sulla questione, ha respinto ogni richiesta adducendo come spiegazione la mancanza di risorse, a fronte di un bilancio dell’istituto che supera i 15 milioni di euro - spiega Filippo Caputo, segretario provinciale Confsal -. Resta il fatto che le condizioni di lavoro degli operatori sono diventate insopportabili. Quello che chiediamo non è l’aumento degli stipendi, ma una diminuzione dei carichi di lavoro perché la situazione è ormai difficile da sostenere».

Il sindacato snocciola i numeri: da un lato i 40 dipendenti, 5 dirigenti ed altrettanti consiglieri di amministrazione Itis, con questi ultimi che, sottolinea la Confsal, «percepiscono lo stipendio che va ad accumularsi a quello erogato dall’amministrazione di provenienza». Dall’altro i 250 dipendenti della cooperativa che assistono gli anziani della struttura «con grande sacrificio, impegno e professionalità, ma coordinati da un solo dirigente». «Si tratta di una disparità di trattamento oltraggiosa e di una ripartizione delle risorse semplicemente scandalosa - conclude Caputo -. La nostra è una protesta sociale: il costo dei disservizi ricade sugli anziani ricoverati che peraltro devono sobbarcarsi i costi delle rette sempre più gravosi. Il nostro appello va alle istituzioni, sindaco Cosolini e presidente della Regione Serracchiani in testa, perché il sistema non può più reggere: per il bene degli anziani ci devono essere meno sprechi, meno costi della politica e meno carichi di lavoro per chi li assiste».

In conferenza stampa anche la voce dei dipendenti della Kcs: «Non viene riconosciuta la figura degli operatori che devono esercitare delle mansioni che non corrispondono alle loro professionalità - affermano -. A causa degli eccessivi carichi di lavoro non si riesce a soddisfare i bisogni primari delle persone». Pronta la replica dei vertici Itis: «Sono sensibile alle tematiche legate ai carichi di lavoro, ma solo se vengono trattate nella correttezza delle relazioni e tenendo conto della realtà dei dati e cioè che le risorse sono limitate - afferma la presidente Erica Mastrociani -. Detto questo, anche i nostri dirigenti hanno un carico di lavoro elevato finalizzato al mantenimento dell’alta qualità del servizio erogato dall’ente per i nostri ospiti, i loro familiari e al servizio dell’intera città: gli sforzi ed i sacrifici li facciamo tutti indistintamente».

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