L’avvistamento dell’orso confermato da un’impronta

Foto di Cristina Cabas
Foto di Cristina Cabas

/ Sagrado

Ora c’è anche la foto. Non dell’orso, ma della sua impronta. A scattarla è stata una ragazza di Peteano durante una passeggiata. Arriva dunque anche una prova tangibile a conferma del passaggio del plantigrado avvistato e segnalato la scorsa settimana ai carabinieri di Gradisca da un rider che percorreva la Strada provinciale 8 all’altezza di Peteano. Come aveva evidenziato Stefano Filacorda, ricercatore e coordinatore degli studi sulla fauna selvatica dell’Università di Udine, per quanto fosse giusto porsi dei dubbi, la presenza di un orso nella zona carsica era plausibile.

Filacorda aveva ricordato che la presenza dei questi grandi carnivori è un dato di fatto documentato con elementi di tipo sia biologico, sia tecnico. Un anno fa era stato campionato materiale organico di un orso nella zona di San Michele e anche le telemetrie dei radiocollari indicano l’area come zona di passaggio di questa specie di animali. Nei loro spostamenti è come se seguissero un percorso predefinito. Inoltre si spostano con regolarità e a tal proposito Filacorda aveva osservato che non ci sarebbe da stupirsi se l’esemplare appena avvistato a Peteano fosse lo stesso avvistato in questi stessi giorni di gennaio dello scorso anno a Gabria mentre attraversava la Strada statale 55 “del Vallone” all’altezza dell’albergo “da Tommaso”.

Filacorda auspicava di poter avere dei campioni genetici per confermare l’ipotesi e, a questo punto, l’impronta fotografata a Peteano potrebbe permettere ai ricercatori di prelevare materiale biologico da confrontare con quello campionato lo scorso anno.

Il dubbio che il rider avesse scambiato un grosso cinghiale per un orso a questo punto è definitivamente fugato.

L’orso va e viene verso il monte Nanos seguendo sostanzialmente sempre gli stessi passaggi. Secondo i tracciamenti dei ricercatori si sposta lungo la valle del Vipacco e, passando sotto l’autostrada, arriva fino al fondovalle dove alcuni esemplari rimangono anche per mesi. Seguendo la dorsale del Carso sloveno, arrivano a Opacchiasella, scendono verso Rubbia e raggiungono Peteano dove appunto il rider ne ha avvistato uno. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo