L’avvocato Mosetti in libertà ma la patente è stata sospesa

Giulio Mosetti, dunque, è un uomo libero. Può uscire tranquillamente da casa. Può lavorare (come sempre ha fatto) nello studio associato di avvocati di corso Italia o nei tribunali per assistere e difendere una parte in un giudizio. Ma non può guidare. La patente di guida, infatti, gli è stata sospesa in seguito al tremendo incidente stradale sull’autostrada A34 Gorizia-Villesse che è costato la vita alla piccola Rahida, quattro mesi, di nazionalità bengalese residente a Monfalcone (madre e padre sono rimasti feriti).
Conferme arrivano da uno dei due avvocati che lo stanno tutelando: Antonio Montanari. «La patente gli è stata ritirata - risponde alla domanda del cronista - sul posto, nell’immediatezza dello schianto». Nei prossimi giorni, come prevede la legge, arriverà il provvedimento della Prefettura di Gorizia che fisserà i tempi della sospensione del permesso di guidare. In questi giorni, pertanto, il noto avvocato e presidente della Pro Gorizia dovrà avvalersi di un autista, dei familiari, dei colleghi, degli amici per i suoi spostamenti. Lavorativi e privati.
Giova ricordare che, seppure con un valore basso nel caso specifico, si configura il reato di “guida in stato di ebbrezza”. Mosetti, sabato sera, era reduce da un brindisi al termine della premiazione dei ragazzi della Pro Gorizia. La legge dice che in caso di accertamento di un tasso alcolemico superiore a 0,8 e non superiore a 1,5 grammi per litro, le sanzioni sono l’ammenda da 800 a 3.200 euro, l’arresto fino a 6 mesi e la sospensione della patente di guida da 6 mesi a 1 anno; in più, l’obbligo di visite mediche. La legge prevede inoltre che, in caso di omicidio colposo conseguente a un incidente stradale, lo stato di ebbrezza del guidatore costituisce un’aggravante.
Ma c’è anche un altro particolare. Emerso durante l’udienza di convalida. Il pubblico ministero ha chiesto gli arresti domiciliari «per il pericolo di reiterazione del reato - spiega Montanari -. Come l’ha motivata? Nella banca dati della Questura risulta che, in tredici anni, Mosetti abbia commesso sette violazioni per avere superato i limiti di velocità alla guida di un’autovettura».
Ma questa constatazione è stata immediatamente contestata e smontata, in aula, dallo stesso Montanari. Per due ragioni di motivi. «In primis, Giulio Mosetti non ha più a disposizione la patente di guida. Quindi, non può reiterare il reato ed è inimmaginabile lo faccia senza avere il permesso. In seconda battuta, nel capo di imputazione provvisorio, non c’è, tra le violazioni contestate, la velocità eccessiva o inadeguata. Quindi, le sette sanzioni in tredici anni non possono essere portate in campo».
Peraltro, conclude l’avvocato Montanari, il collega Mosetti è uno che - in un anno - macina chilometri e chilometri alla guida dell’auto. Soprattutto per lavoro ma anche per motivi privati e perché presiede la società biancazzurra di calcio. «Giulio percorre attorno agli 80 mila chilometri all’anno in automobile. E anche il dato delle sette sanzioni in tredici anni, in questo contesto e con queste percorrenze, è meno significativo di quello che potrebbe emergere da una superficiale analisi». —
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