L’azienda è in crisi, imprenditore si uccide

PORDENONE. L’industriale Fermo Santarossa è stato trovato morto ieri nella vita nella sua villa di Prata di Pordenone. Una morte che ha profondamente scosso il mondo dell’economia regionale, di cui Santarossa era un esponente di primissimo piano. Classe 1939, Firmino, come era conosciuto da tutti, aveva fondato infatti il Gruppo Santarossa, catena di mobilifici specializzati nell’arredamento delle navi da crociera.
È stata la moglie Graziella Bianchin ieri mattina a ritrovarne il corpo senza vita. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, suffragata dai rilievi dell’anatomo – patologo Giovanni Del Ben e dei filmati delle telecamere di videosorveglianza, Santarossa è uscito dalla sua abitazione di via Oderzo a Villanova di Prata all’alba, presumibilmente attorno alle 4.30. Evidentemente tutto era stato studiato nei minimi dettagli. Conoscendo il funzionamento del sistema di allarme della sua villa e come ultimo atto d’amore verso la moglie, lasciata riposare nella camera da letto, Firmino è uscito da una finestra, portandosi con decisione verso lo stagno artificiale che abbellisce il maestoso parco dell’abitazione di famiglia.
Verso le 6, essendosi accorta dell’assenza del marito, la signora Graziella si è messa alla ricerca, scoprendo i pantaloni e la giacchetta di Firmino ai bordi dello stagno. Sul posto non sono stati trovati né biglietti né lettere rivolte ai familiari. Subito dopo la notizia della morte, tuttavia, si è pensato ad un suicidio dettato da un momento di crisi dell’azienda. Il Gruppo Santarossa in effetti, stava attraversando da tempo un momento di difficoltà anche se, a detta di molti, la situazione non sarebbe apparsa così grave da giustificare un simile atto. Quel che è certo, invece, è che l’industriale viveva un momento di inquietudine personale. Un certa “prostrazione”, riferisce chi lo conosceva bene.
«Io amavo moltissimo Firmino – è il ricordo commosso del fratello Rino, colonna portante del volontariato locale -. Qualche giorno fa mi ha telefonato, in preda a un forte turbamento, rivolgendomi una precisa richiesta: Rino, prega per me, non sto bene».
Firmino si era fatto da solo, maturando una lunga gavetta. Giovanissimo, si distinse come intagliatore, affinando la tecnica presso lo stabilimento brugnerese di Giuseppe Presotto, quindi avviando un’attività propria presso la casa dei suoi genitori a Villanova. Le cornici realizzate artigianalmente le consegnava di persona, spingendosi sulla sua Lambretta fino a Pieve di Soligo.
La prima società in nome collettivo avviata da Santarossa risale al 1963, quindi a Villanova nel ’72 nacque la Santarossa spa, azienda madre di un gruppo che oggi si sviluppa, fra alti e bassi dettati dalla contingenza, fra le province di Pordenone e di Treviso con quattro fabbriche.
Oltre alla moglie Graziella, Firmino ha lasciato due figli che lo coadiuvavano, con il fratello Mario e i nipoti, nella conduzione degli stabilimenti: Flavio è operativo presso Santarossa spa, Sandro presso Armony spa a Mansuè, in provincia di Treviso. Solo stamattina il magistrato scioglierà la riserva, quindi verrà stabilita la data dei funerali.
La notizia della morte, intanto, ha scosso l’intera comunità di Prata. «L’amministrazione comunale esprime profondo cordoglio per questa perdita improvvisa – ha dichiarato il sindaco Dorino Favot -. Firmino Santarossa è una persona che ha lasciato il segno, dando tanto alla comunità. Siamo vicini alla famiglia in questo momento tragico».
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