Le banche: «Il mercato continua ad essere fiacco»
Statistiche precise, intese come numeri, percentuali e dati puntuali, non le formulano. Ma molti degli operatori delle banche di Gorizia non hanno dubbi: la crisi non è ancora passata, e di persone che hanno la possibilità di contrarre un mutuo, ormai, ce ne sono sempre meno. Non è una sorpresa, per i dipendenti degli istituti di credito cittadino, il dato che vede le richieste di mutuo a Gorizia calate del 5% nel 2013 rispetto all'anno precedente, e che vede scendere sensibilmente anche l'entità delle somme richieste da chi fa domanda per ottenere un debito. È la logica e naturale conseguenza di un periodo di crisi e di incertezza la cui ombra lunga non sembra ancora voler abbandonare l'Isontino ed il suo capoluogo. «Fare statistiche precise o parlare di numeri non avrebbe alcun senso, a livello di singola filiale, visto che certi discorsi si possono fare solo sulle situazioni generali – dice Roberto Juren, della sede goriziana della Banca di Cividale -. Posso però dire con certezza che il mercato è abbastanza fiacco, e le richieste di mutuo sono piuttosto ferme. Non solo sono poche le domande, poi, ma anche le somme richieste sono mediamente più basse rispetto al passato, e generalmente non si supera mai i 130-150mila euro. Insomma, non vedo purtroppo ancora un'inversione di tendenza». Juren sottolinea comunque come il suo istituto bancario non abbia modificato l'atteggiamento, specie nei confronti delle famiglie. «Aiutarle resta una priorità per noi – dice -, e continuiamo a concedere loro dei mutui. Il problema è che la gente viene sempre meno spesso a richiederli, perchè quando si rischia di perdere o di non avere il lavoro, difficilmente si pensa a cambiare la macchina, o, ancor meno, a comprare casa». Una sottolineatura identica a quella proposta da Flavio Mosetti, direttore di filiale della Bcc di Doberdò e Savogna. «La riduzione delle richieste di mutuo è facile da spiegare, purtroppo – dice -. È legata all'incertezza profonda di questi tempi. Chi se la sente, ormai, di impegnarsi a pagare un mutuo per i prossimi 10, 15 o 20 anni, quando non può contare su un reddito sicuro e continuo nel tempo? Eppure il calo è legato solo alla richiesta, non all'offerta: noi ad esempio non abbiamo cambiato in peggio le nostre condizioni, aumentando i tassi o chiedendo maggiori garanzie agli utenti». La situazione goriziana, stando alle cifre, pare la peggiore in regione. Anche se quello del calo delle richieste di mutuo è un male comune. «Io sono a Gorizia da qualche mese, ed arrivo da Trieste – spiega una dipendente della Banca Antonveneta -. Quel che posso dire è che anche nel capoluogo regionale la situazione era simile. Noi siamo tra le poche realtà che continuano a concedere mutui, ma in questo clima di incertezza non sono tante le persone che se la sentono di impegnarsi in prospettiva futura». (m.b.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo