Le campane di Sant’Eufemia suonate dal vivo per 30 minuti

Sono tornate a suonare “dal vivo” le campane di Sant’Eufemia. Solo per mezz’ora. Èla terza volta che accade dal 1971, da quando cioè la compromessa stabilità del campanile non aveva più consentito di suonare le campane a mano in modo continuativo. Per restituire il suono “originale” ci vogliono 500mila euro. Una spesa insostenibile.
Ciò che oggi viene diffuso è un suono registrato, voluto a furor di popolo, con la raccolta di centinaia firme e nonostante le proteste di qualcuno, per accompagnare le cerimonie e per segnare le ore.
Quel suono “dal vivo”, dunque, s’è udito nuovamente verso le 17 di sabato scorso, “Sabo Grando”. Era accaduto già anni fa, quando l’attuale arciprete, monsignor Armando Zorzin, aveva fatto il suo ingresso a Grado (erano stati i campanari di Chiopris a suonare a festa), e in occasione di una Festa dei Patroni.
Le campane “riviranno” con molta probabilità anche oggi, giornata dei Patroni Santi Ermagora e Fortunato. Sabato scorso a salire in cima alla torre campanaria è stato don Gianni Medeot, che per una mezz’ora ha suonato l’Ave Maria. Poi ha riazionato i battacchi, con le melodie caratteristiche delle feste dedicate alla Madonna.
Un tempo le funi delle campane arrivavano fino a terra e i numerosi chierichetti facevano a gara per poter andarle a suonare.
Secondo il sacerdote gradese è necessario comunque far registrare il “martello” di una delle tre campane, che “ha perso” l’intonazione. In altre parole, ci vuole l’accordatore.
Tra l’altro, ha spiegato don Gianni Medeot, le campane di Grado hanno una particolare caratteristica. Mentre per la quasi totalità delle campane le battute dei rintocchi corrispondono alle classiche note del Do, Re e Mi, quelle dell’Isola corrispondono invece al Re, Mi e Fa diesis.
Il progetto per il consolidamento statico del campanile che consentirebbe di suonare sempre le campane, risalente ad alcuni anni fa, è alquanto oneroso. Si parla, infatti, di circa 500mila euro, una spesa a dir poco impossibile da affrontare per la Parrocchia, alle prese con problematiche decisamente più importanti da risolvere.
Il riferimento è, in particolare, alle finestre della basilica di Sant’Eufemia che necessitano di una urgente sostituzione. Una di queste, in stato decisamente precario, è già stata tolta da tempo, provvedendo con la sistemazione di una copertura in legno.
Il costo per la sostituzione di meno della metà delle finestre esistenti è di 200mila euro, costi che restano impraticabili.
La Parrocchia gradese, tuttavia, ha già avviato gli iter per accendere qualche mutuo ma tutto diventa difficile in questi momenti di crisi economica.
A questo punto, è stato deciso di predisporre un progetto generale per il restauro di tutte le quarantasei finestre, comprese le tre in fondo alla chiesa e quelle grandi della facciata della basilica, affidandosi ad una richiesta per l’accesso ai finanziamenti dell’8 per mille, al fine di coprire almeno buona parte della spesa complessiva.
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