Le comparse? Un caso di coscienza E la “fiction” si colora di solidarietà

Alla serie televisiva della Rai con Sebastiano Somma che si stava girando in questi giorni in città hanno partecipato alcuni assistiti della Caritas. Don Pasetti: «Ottima iniziativa di TriesteCasting»
Silvano Trieste 05/09/2012 Le riprese di, Un Caso di Coscienza 5
Silvano Trieste 05/09/2012 Le riprese di, Un Caso di Coscienza 5

Questa volta non sarà solo un caso di coscienza ma anche un caso di vera solidarietà, vista la particolare situazione che attanaglia l'Europa intera. Infatti i temi affrontati dalla nuova serie di “Un caso di coscienza 5”, che i telespettatori potranno vedere nei prossimi mesi su RaiUno, saranno nuovi ed avvincenti ma con un risvolto umano che pochi conoscono.

Perché la fortunata fiction Rai con protagonista Sebastiano Somma che il regista Luigi Perelli sta girando a Trieste da alcune settimane, ha offerto la possibilità di lavorare anche ad alcuni assistiti della Caritas triestina. La singolare iniziativa è nata da una collaborazione fra TriesteCasting (il casting service incaricato dalla Red Film di reperire sul territorio comparse, figurazioni speciali, attori ed attrici professionisti per i ruoli secondari) e la Caritas locale. «Per noi - racconta don Roberto Pasetti, direttore della Caritas Diocesana - si tratta di un'ottima occasione offerta ai nostri assistiti. Un'attività che, sia pur saltuaria, offre loro una boccata di ossigeno con la speranza di trovare qualcosa di stabile in futuro».

Certamente non si può rifiutare un lavoro anche se occasionale che offre un compenso tutt'altro che disprezzabile per undici ore di presenza sul set con relativi contributi, pausa pranzo e pasto; certamente da non disdegnare in questi tempi così duri. «In una realtà come quella triestina - continua don Roberto - dove si conoscono solo i dati di aziende che ogni giorno chiudono, questa entusiasmante iniziativa proposta da TriesteCasting si incrocia bene con la possibilità di offrire un aiuto ai più svantaggiati».

Un'idea che riesce a unire l'utile al dilettevole, offrendo la possibilità di fare esperienze nuove anche a chi non è del settore. «Il nostro obiettivo principale - spiegano i responsabili di TriesteCasting - è quello di esaudire costantemente le richieste avanzate dalla regia per le scene quotidiane. Se poi, oltre a raggiungere questo obiettivo, riusciamo a proporre di qualcosa di socialmente utile come in questo caso, abbiamo raggiunto un traguardo ancor più soddisfacente. Certo che non chiediamo la dichiarazione dei redditi quando un soggetto si presenta ai nostri casting. Dobbiamo anche precisare che ci siamo trovati molto bene con le persone proposte da don Roberto: molto corrette, scrupolose, disponibili. Qualità tutte indispensabili per questo mestiere. Ogni giorno cerchiamo di proporre persone nuove, in modo che tutti possano provare questa esperienza così elettrizzante e al tempo stesso mettere in tasca qualcosa. Accontentare tutti non è facile ma cerchiamo di fare il possibile».

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