Le “fiamme rosse” unico reparto operativo

La “scure” dei tagli previsti dalla Spending Review nel settore della Difesa risparmia a Trieste l’ormai unica caserma e l’unico reparto operativo, il Reggimento Piemonte cavalleria. Mentre l’unità sarà rinforzata e passerà dagli attuali circa 400 uomini a 500, la “Brunner” di Opicina non sarà interessata ad alcun ampliamento. La struttura, edificata dagli statunitensi durante gli anni del Governo militare alleato e poi ceduta all’Italia e nella quale le “fiamme rosse” risiedono dal 1966 dopo il loro arrivo in città nel ’54, è ritenuta idonea alle nuove esigenze. Negli anni scorsi i suoi edifici sono stati ristrutturati e la presenza di aree addestrative limitrofe, oltre che del campo sportivo sull’ex Statale 202, garantisce le necessità dell’unità.
L’incremento del personale, con relative famiglie, aumenterà l’indotto economico creato da “Piemonte”, che sul Carso si è inserito in molti aspetti della vita quotidiana della comunità locale: dall’uso del proprio campo per gli allenamenti della Triestina Calcio a quello dell’apposito terreno per l’equitazione, dalle convenzioni con l’Associazione commercianti alle collaborazioni culturali, come di recente per le celebrazioni sveviane. La Caserma Brunner è la superstite di un importante “arcipelago” di siti militari che costellavano il territorio della provincia di Trieste, sia in centro città che nelle località vicine, fino al 1975. In quell’ anno iniziò il graduale ridimensionamento della presenza militare a Trieste: una tendenza che non si è più fermata, dettata prima anzitutto dal mutato quadro geostrategico legato alla fine della Guerra fredda, poi da considerazioni economiche e logistiche, connesse queste alla professionalizzazione della truppa, composta essenzialmente da meridionali.
La chiusura più recente, qualche anno fa, è stata quella della Caserma Vittorio Emanuele III di via Rossetti. Ospitava il 1.o reggimento fanteria San Giusto, disciolto. Ma si è trattato dell’ultimo caso di una lunga serie che ha compreso, in circa 30 anni, la Caserma Dardi di Sgonico, sede dei “Lancieri di Firenze”, la “Monte Cimone” di Banne dove era schierato l’8.o reggimento d’artiglieria Pasubio, un’altra sede a Borgo Grotta Gigante dove era distaccato un Gruppo del “Piemonte” che all’epoca condivideva il suo comprensorio con il Comando della Brigata di cavalleria Vittorio Veneto. In via Cumano era ubicata la Caserma Duca delle Puglie, del 14.o reggimento di artiglieria Murge. Ma l’elenco continua: negli anni sono stati chiusi anche l’Ospedale militare di via Severo e l’attuale Ostello della gioventù a Miramare, ceduto in cambio di Villa Italia, ora Circolo ufficiali, contigua a Villa Necker, sede del Comando militare Friuli Venezia Giulia e all’epoca del Comando Truppe Trieste. Poi siti “minori”, come la sede della Sezione staccata della Direzione lavori Genio di Udine, in via Belpoggio.
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