Le fibre di amianto fermano il cantiere dell’Urban center di Trieste

TRIESTE C’è amianto nell’edificio destinato ad ospitare il futuro Urban Center. I lavori all’interno del palazzo di corso Cavour - che diventerà una sorta di incubatore per start up del futuro - hanno subito proprio in questi giorni uno stop perché, ad attività di recupero avviata, è stata scoperta la presenza del pericoloso materiale nelle tubazioni. Evenienza ampiamente prevedibile, come hanno fatto sapere dagli uffici tecnici del Comune, in considerazione soprattutto dell’età dell’edificio, risalente agli anni ’50 del secolo scorso.
Lavori di recupero dell’edificio in stand by, quindi, e palla che passa all’Asuits che ha già fatto scattare la relativa procedura di accertamento, con i conseguenti rallentamenti nei lavori di restauro. «Quando si lavora in edifici di una certa età non è difficile imbattersi in episodi di amianto - spiega l’assessore ai lavori pubblici Elisa Lodi -, ma una volta effettuate tutte le verifiche del caso e una volta che l’Azienda sanitaria darà l’ok, si procederà con lo smaltimento. Poi i lavori potranno riprenderanno».
Le tracce di questa fibra estremamente pericolosa per l’uomo sono state trovate dagli operatori che in questi mesi stanno realizzando i lavori di bonifica dell’edificio. Ora la procedura prevede l’affidamento dell’incarico ad una ditta specializzata per lo smaltimento.
«Se nel corso dei lavori una ditta trova dell’amianto la procedura per il suo smaltimento è diretta e non appesantita da troppi passaggi burocratici - fanno sapere dall’AsuiTs - quindi i lavori di smaltimento passano direttamente alla ditta incaricata, lavori che si svolgeranno in tempi peraltro non troppo lunghi. Fortunatamente - sempre a detta dell’Asuits - gli interventi sulle tubazioni sono sempre più semplici in quanto isolabili rispetto ad altre parti degli edifici quali per esempio i pavimenti, interventi che richiedono difficili lavorazioni in cantiere ipobarico».
Il progetto dell’Urban Center, avviato due anni fa, prevede la valorizzazione dello stabile di corso Cavour, quello tra il Magazzino delle Idee e l’Agenzia delle Entrate, in una sorta di quartier generale delle imprese, aperto sia anche ai cittadini sia agli enti scientifici del territorio. Lo spazio, suddiviso in tre piani, si articolerà in un Fab Lab dimostrativo, complementare a quello attualmente operativo all’interno del Centro di Fisica teorica ICTP, uno spazio per i cittadini e gli enti scientifici locali, quale luogo di incontro, scambio, confronto ed uno spazio dedicato ad ospitare uffici di imprese.
Non è la prima volta, però, che si registrano rinvenimenti di amianto nello stesso comprensorio. Già nel febbraio scorso, nel corso di lavori nel primo lotto dei lavori, erano state rinvenute tracce della pericolosa fibra che avevano costretto l’impresa ad un primo rallentamento dei lavori. Della problematica era stato investito anche il Consiglio comunale, in particolare la quarta commissione, quella competente sui lavori pubblici, che attraverso la consigliera pentastellata Cristina Bertoni aveva sollecitato l’assessore comunale competente Francesca De Santis a presentare domanda per ottenere il contributo regionale destinato allo smaltimento dell’amianto trovato in fase di demolizione. Una proposta che aveva ottenuto la condivisione bipartisan e l’appoggio dell’intera commissione municipale. —
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