Le meraviglie dell’Istria nei racconti di Marino Vocci

Il rosso e il giallo della terra risaltano punteggiati dalla pietra bianca. Il verde dei boschi sulle colline diventa liquido nei "campi salati" della costa. L'Istria è un scrigno di colori e profumi,

Il rosso e il giallo della terra risaltano punteggiati dalla pietra bianca. Il verde dei boschi sulle colline diventa liquido nei "campi salati" della costa. L'Istria è un scrigno di colori e profumi, di tradizioni e culture multiple che la storia ha tentato di ridurre al singolare, senza riuscirci per fortuna. Questo territorio generoso di bellezze e avaro di pace nel Novecento, dai tratti vigorosi come un abbraccio, ha accolto i viaggiatori della seconda uscita della rassegna "Il Libro delle 18.03". Una proposta pensata dagli organizzatori Giorgio Mosetti e Paolo Poli, rispettivamente presidenti dell'associazione "Libro delle 18.03" e dell'Apt, ispirata a vedere, respirare e comprendere l'Istria amata e diventata letteratura nelle pagine di Fulvio Tomizza. Una terra per l'occasione raccontata con la generosa semplicità e ricchezza di sapere dallo scrittore Marino Vocci, autore di "Fughe e approdi", edito da "Il ramo d'oro". Un libro di amore per la storia di ieri e per i sapori e profumi di oggi.

Fra i viaggiatori uomini e donne che hanno vissuto il dolore delle case abbandonate e delle famiglie divise, per questo capaci oggi di vivere e trasmettere la grande gioia dei confini caduti, dei ricordi vivi che rendono liquidi gli occhi e diventano parole libere. Un viaggio di poco più di 300 chilometri fra mare e colline, abbagliati dalla bellezza del golfo di Trieste, con prima tappa alle saline di Sicciole, salutati dal volo di un raro falco di salina. Dal 1300 da qui partivano i carichi estratti dai "saliner".

Ora solo la metà dei "cavedin" sono in produzione, il resto è un affascinante parco naturale. Marino Vocci, traduttore di paesaggi che riassumo usanze e la grande storia letta sul territorio, ha ricordato il vicino tracciato della Parenzana. Una ferrovia che dal 1904 al 1935 collegava Parenzo a Trieste, ora recuperata come percorso pedo-ciclabile. L'Istria è terra di vini generosi come il refosco, la malvasia e il moscato, che dopo la rivoluzione produttiva del 1980 hanno acquisito qualità assieme agli olii, dopo che gli ulivi sono ritornati sulle colline rese sterili dalla grande gelata del 1929.

Lungo la via consolare Flavia l'itinerario è proseguito fino a Buie, ieratica capitale di un interno vasto e rurale, contrapposta alla marittima Pirano. Sullo sfondo Materada, Grisignana e Montona un momento di grande emozione l'incontro con i due gendarmi della cappella di Jadrucchi nei pressi di Visignano, simbolo del potere temporale e spirituale, intravisti nell'ombra attraverso dei pertugi aperti nelle massicce mura dell'edificio. E ancora il ricordo del relitto del transatlantico "Rex", morente a pochi metri dalla strada costiera.

Margherita Reguitti

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