Le musiciste del Tartini in concerto al Quirinale col Presidente Mattarella

Venerdì alle 11 l’evento voluto dal Capo dello Stato. Si esibirà l’Orchestra d’archi con 12 giovani artiste del Conservatorio triestino in memoria delle tragiche vicende del confine orientale

Francesco Codagnone

TRIESTE Un movimento singolo, scuro, continuo. Una melodia struggente, carica di emozione e sacrificio. Un’elegia per archi, in memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra, e della complessa vicenda del confine orientale. Il Conservatorio di musica Giuseppe Tartini di Trieste arriva al Quirinale per siglare le musiche che accompagneranno le celebrazioni ufficiali del Giorno del Ricordo, venerdì 10 febbraio alle 11.

L’Orchestra d’archi triestina si esibirà alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un momento ricco d’emozione, per commemorare e onorare le tante, troppe vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Un’occasione, spiega il direttore del Conservatorio Tartini Sandro Torlontano, a Roma insieme alla presidente del Tartini Daniela Dado per accompagnare l’orchestra, per «rinnovare, davanti alle massime cariche dello Stato, la vocazione cosmopolita e inclusiva del nostro conservatorio, un luogo di convivenza fra storie e culture diverse».

Un’occasione, anche e soprattutto, di «pace», perché «la musica è capace di abbattere le differenze, rendendo sempre più vicini, e mai più lontani». E poiché sono proprio la pace, l’amicizia e la vicinanza tra popoli a comporre «la melodia più bella e importante», a esibirsi questa mattina sarà una formazione completamente al femminile, da tutte le parti del mondo. Sette violini, due viole, due violoncelli e un contrabbasso. In tutto dodici archi, dodici giovani musiciste provenienti dall’Italia, dalla Serbia, dal Montenegro e dall’Ucraina. Dodici ragazze, accomunate dalla passione per la musica, dall’impegno e dal sacrificio di anni di studio ed esercizio, che oggi si esibiranno dinanzi alle più alte cariche e all’Italia intera, che potrà assistere alla cerimonia dalla diretta di Rai 1.

L’emozione traspare dalle voci della violoncellista Alice Romano, goriziana, e della giovanissima Sara Schiza, triestina, primo violino dell’orchestra. La loro eccitazione travolge, la loro incredulità commuove: è la forza, vibrante, di un sogno che si avvera. «Non mi sembra vero» confida Alice, ripercorrendo nella sua mente gli ultimi dieci anni passati a studiare spartiti, le ore di lezione, le notti insonni per provare i movimenti. «Il cuore mi batte forte», ammette Sara, in trepidazione. Sebbene suoni il violino da quand’è bambina, non può che emozionarsi per l’illustre palcoscenico sul quale si esibirà questa mattina. Alice e Sara sognavano questo giorno così importante da mesi, forse anni, e un po’ non ci speravano. Eppure questo giorno è arrivato, e oggi sono entrambe a Roma, assieme ai loro strumenti, pronte a metterci anima e corpo. Perché, dicono entrambe, «i sogni possono realizzarsi».

Per l’occasione, l’Orchestra ad Archi del Tartini è stata preparata dal professore Alberto Franchin, docente di Musica d’insieme per strumenti ad arco, e proporrà nel corso della cerimonia due grandi pagine di musica per archi. La prima, l’elegia “Crisantemi” di Giacomo Puccini, è un movimento unico e continuo, scelto per la sua suggestiva melodia, struggente e solenne, come omaggio alle vittime delle foibe. La seconda composizione è l’Allegro dalla Sinfonia per archi in re maggiore di Giuseppe Tartini, come omaggio all’Istria, di cui il compositore era originario, e a tutti quei popoli toccati dalla tragedia.

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