Le reliquie del Santo donate dal Papa riconquistano Fiume

di Andrea Marsanich
FIUME
È tornato nella sua “casa” dopo un’assenza di parecchi decenni e la speranza delle autorità religiose è che sia nuovamente venerato come in passato, con il culto andato in disuso durante la Prima guerra mondiale. San Marciano, o quanto resta del suo corpo, si trova nuovamente nella Chiesa dell’Assunta a Fiume, il Duomo come lo chiamano i locali i cui bisnonni, trisnonni e più in là invocavano questo martire per poter vivere in pace, affinché evitasse guerre alla città dell’aquila bicipite. Questa reliquia di grande valore, collocata in un sarcofago di legno e vetro, sarà esposta al pubblico nel corso della messa che domenica, dalle 10, verrà celebrata nel Duomo.
Il sarcofago sarà posizionato sull’altare laterale di Sant’Antonio di Padova. Ha una storia particolare questo santo la cui memoria ricorre il 16 settembre, assieme ai santi Giovanni, Abbondio e Abbondanzio: la reliquia fu donata a Fiume nel 1662 da Papa Alessandro VII su richiesta avanzata al Santo Padre dall’imperatore austriaco Leopoldo I. Il corpo mummificato, proveniente probabilmente dalle catacombe di San Callisto a Roma, venne collocato nel tempio fiumano più importante all’epoca, la Chiesa dell’Assunta appunto, e per quasi 200 anni situato accanto all’altare centrale. Nel 1849 fu posto invece sul citato altare di Sant’Antonio. Diversi decenni fa, in seguito a lavori di restauro del Duomo, sarcofago e reliquia vennero trasferiti nella piccola Chiesa di San Sebastiano, nella Cittavecchia fiumana, e qui dimenticati. Sono stati scoperti per caso dalla conservatrice fiumana Dolores Ostric, che 10 anni fa aveva voluto ispezionare il piano superiore della chiesetta. San Marciano era nascosto dietro un armadio, riposto nel suo sarcofago rivestito di tessuto rosso su cui è ricamata la scritta in filo d’argento Marcianus M. Senatore romano e martire, vissuto a cavallo del III e IV secolo dopo Cristo, ai tempi dell’imperatore Diocleziano, San Marciano (il Martirologio romano comprende una quindicina di Marciano) è tornato nel Duomo nel 2008 e l’anno scorso ha preso la via di Zagabria dove per mesi è stato sottoposto a restauro e ricerca da specialisti della capitale, guidati da Sandra Vujcic Lucic. Un’operazione condotta senza metodi invasivi.
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