Le Rive scoprono il business dei maxi-yacht

Arrivi aumentati in tre anni del 70%, ricco l’indotto dagli elettricisti ai fiorai. Il pieno per un’imbarcazione di medie dimensioni costa quasi 60mila euro
Lasorte Trieste 30/07/11 - Molo Pescheria, Yacht Musashi
Lasorte Trieste 30/07/11 - Molo Pescheria, Yacht Musashi

Dall'estate del 2009 a oggi l'arrivo di yacht e megayacht a Trieste è aumentato del 70 per cento. La città è entrata nel circuito dei proprietari di questi gioielli del mare con una ricaduta rilevante sull'economia cittadina. A goderne soprattutto chi si occupa di riparazioni nautiche, ma anche falegnami, tappezzieri ed elettricisti chiamati a mettere a punto i natanti nel momento in cui sono in sosta. E ancora negozi di alimentari, di abbigliamento nautico, di tessuti d'arredo, fiorai, lavanderie, ditte di pulizie e casalinghi... Un nuovo business, insomma, che potrebbe dare respiro a piccole e grandi realtà commerciali, industriali e artigianali.

Chi alloggia in queste lussuosissime ville galleggianti spende, e certo senza il pensiero del portafogli. Basti pensare che uno yacht con un serbatoio da 70 mila litri - di medie dimensioni - spende circa 59 mila euro per fare il pieno. Per l'ormeggio di un'imbarcazione o di uno yacht di lunghezza superiore ai 24 metri, da maggio ad ottobre si pagano al metro 11 euro più Iva al giorno. Punto di riferimento per chi con questi scafi sbarca in città - spesso l’equipaggio resta per giorni in attesa degli ospiti che arriveranno, dedicandosi a preparare alla perfezione la barca - è la Trieste Yacht Service, la società che fornisce tutti servizi pratici e che si occupa e di reperire tutto quello che gli ospiti del natante desiderano. Dal noleggio di auto di lusso e elicotteri al rifornimento della cambusa, dalla pulizia della barca al servizio di guida turistica. «Noi li coccoliamo offrendo il meglio che Trieste riesca a dare - dice Giovanna Zurin, anima della società - e loro esprimono grande apprezzamento per la nostra città. Trovano i servizi assolutamente efficienti, il supporto ottimo e i prodotti locali di ottima qualità». Si affidano a Trieste per ogni esigenza: «Noi - spiega Zurin - andiamo a selezionare i prodotti con i quali riempiono la cambusa, i fiori, tessuti d'arredo, prodotti di bellezza. Ma reperiamo anche il marmista che sistema dei dettagli, la ditta che smacchia tappeti e moquette o chi provvede a stiro e lavanderia».

C'è anche chi si fa procurare un bravo massaggiatore o chiede indicazioni per un centro wellness dove andare a sottoporsi a trattamenti di bellezza. «Abbiamo iniziato ad avere un reparto operativo dedicato esclusivamente agli yacht già dal 1996 - racconta Paolo Spada della Samer Shipping - quando a Trieste arrivava Umberto Agnelli con la sua bellissima barca. Abbiamo seminato e ora l'intera città sta raccogliendo i frutti». Trieste nei "boat-show" organizzati a livello internazionale viene proposta come scalo tecnico, per effettuare piccole e grandi riparazioni, ma anche come punto strategico a livello turistico.

Intanto il Marina San Giusto si sta attrezzando per ospitare navi da diporto di lunghezza superiore addirittura ai 100 metri. «La ricaduta sulla città sta diventando importante, l'arrivo di questi natanti in tre anni è più che triplicato» evidenzia Italo Mariani, amministratore del Marina a due passi dall'ex Pescheria: «Qui si riforniscono di tutto quello che gli serve giornalmente e di carburante; e soprattutto si affidano alle ditte triestine per le riparazioni e la manutenzione». Il proprietario di un mega yacht che ha soggiornato recentemente a Trieste ha speso un milione di euro in riparazioni. Non ha lesinato in spese nemmeno Diego Della Valle che arrivato al Marina San Giusto con il suo Altair III si rifornito di tutto quello che serviva per organizzare a bordo una cena da mille e una notte.

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