Legata mani e piedi con fascette da elettricista

Il marito: «Mia moglie ha cercato di resistere, lui le ha risposto che rubava spinto dalla fame»
Bumbaca Gorizia 02_11_2015 Sequestro di persona Gradisca Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 02_11_2015 Sequestro di persona Gradisca Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GRADISCA. «Perché mi fai questo?». «Perchè ho fame». Ci sarebbe stato questo scambio di frasi fra Laura Scortegagna e il misterioso uomo che l'ha aggredita nella sua abitazione. L'individuo potrebbe avere seguito la titolare del Caffè Centrale dal centro cittadino alla villetta di via Gorizia 123, aspettando che lasciasse il suo locale di piazza Unità. È questa una delle ipotesi a cui stanno lavorando in queste ore i carabinieri della Compagnia di Gradisca. La donna, infatti, solamente per una casualità sabato sera si è recata al lavoro nel suo locale. A confermarlo è il marito della donna, Pier Luigi Gatto, ancora molto provato dall'accaduto. «Mia moglie solitamente lavora nelle ore diurne – spiega –, ma sabato c'era un buon movimento in centro, anche per la ricorrenza di Halloween. In bar c'erano parecchi clienti e così abbiamo telefonato a Laura per chiederle di venire a darci manforte. Altrimenti avrebbe trascorso la serata a casa. E probabilmente non le sarebbe capitato nulla di tutto questo».

A confermare quella che le stesse forze dell'ordine definiscono, seppure con tutta la prudenza del caso, un'attività “preparatoria” alla rapina anche il fatto che - secondo le prime testimonianze della vittima - il suo aggressore avesse con sé una borsa nera in cui teneva le fascette da elettricista con cui l'ha immobilizzata mani e piedi. Il ladro insomma avrebbe premeditato il colpo studiando i movimenti della donna per poi assalirla all'improvviso e renderla inoffensiva. Pier Luigi Gatto, persona mite, non riesce neppure a esternare parole di rabbia per quanto accaduto. Nelle sue frasi, nel suo tono di voce, c'è sgomento ma soprattutto tristezza. «Non si può più vivere tranquilli a questo mondo. Neppure a casa propria. Mia moglie ha provato a resistere e poi a liberarsi e quell'uomo ha estratto il coltello. L'ha zittita e impaurita a morte, dicendole che rubava per fame. Fra l'altro avevamo avuto i ladri nella nostra abitazione un anno e mezzo fa – rivela –. Ma quello fu un blitz in nostra assenza, mentre quello che è successo sabato è qualcosa di spaventoso. Sentirsi violati in casa propria è una sensazione terribile. Mia moglie a causa dello choc e dello sforzo prodotto per liberarsi ha accusato un malore serio e questo fa ancora più male della rapina in sé. Posso solo sperare che sia fatta giustizia. Lei è stata forte e coraggiosa». Ironiae, alcuni anni fa nostra testata intervistò Laura Scortegagna in merito alla qualità della vita a Gradisca. Ebbe parole positive sulla vivibilità e la sicurezza della cittadina, parole che oggi suonano beffarde.(l.m.)

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