L’epopea del trenino di Porto Vecchio a Trieste all’epilogo: il Comune pensa alla cessione

Il vagone infopoint sulle Rive negli anni Novanta, poi l’oblio nello scalo assieme alla locomotiva. I cantieri richiedono ora lo spostamento delle carrozze: ma va trovato chi voglia farsene carico

Micol Brusaferro
Il trenino in disuso in Porto Vecchio Foto Andrea Lasorte
Il trenino in disuso in Porto Vecchio Foto Andrea Lasorte

Entro la fine dell’anno potrebbe esserci una svolta per il treno e il vagone abbandonati da anni in Porto Vecchio.

L’idea del Comune è di procedere con un avviso, indirizzato ad associazioni o ad altre realtà del settore, che possano rimuovere i mezzi e valorizzarli. Si concluderebbe così una lunga vicenda, peraltro singolare, che ha visto nel corso degli anni locomotive e carrozze dimenticate tra edifici e binari.

Attualmente sono tutte parcheggiate nel viale monumentale. Vandalizzate e usate anche come rifugio di fortuna da persone senza fissa dimora. Alcuni pezzi hanno una proprietà verificata, per altri invece è impossibile sapere a chi appartengano. Per tutti c’è un unico destino: devono comunque essere spostati. Il cantiere in atto nell’antico scalo non rende compatibile la presenza dei convogli, che vanno quindi trasferiti.

Dagli uffici comunali spiegano che «la locomotiva verde appartiene a Ferstoria, quella gialla alla Fondazione delle ferrovie, un’altra è dell’Autorità Portuale. Ci sono poi due carrozze coperte e un vagone cento porte che non hanno un proprietario. Non ci sono documenti – spiegano i funzionari che stanno seguendo le pratiche – che aiutino in tal senso. L’ipotesi che stiamo valutando, visti i lavori in corso, è di procedere con una cessione, anche a titolo gratuito, magari vincolandola a una valorizzazione dei mezzi. Ci sono già associazioni che si occupano della storia dei treni che hanno chiesto informazioni, vedremo se ci sarà interesse. Serve – aggiungono – agire presto, perché gli interventi nel Porto Vecchio stanno continuano e in quel punto c’è bisogno che i treni siano spostati. Peraltro, nel tempo, senza manutenzione e controllo, sono stati danneggiati e aperti».

L’aspetto più complesso, e più costoso, riguarda lo spostamento. Non è escluso che dal Comune possa arrivare un aiuto in tal senso, ma prima, come detto, servirà individuare o più soggetti che siano pronti a custodire e sistemare i mezzi. Sarà necessario quindi trovare un modo per sollevarli dalle rotaie e spostarli, visto che molti dei binari del porto sono stati ormai rimossi.

Il cento porte era stato usato sulle Rive tra gli anni Novanta e Duemila come ufficio per informazioni turistiche e per le iscrizioni della Bavisela. Nel 2006 era stato trasportato in Porto Vecchio, dove è caduto nell’oblio per lungo tempo. Qualche anno fa è stato spostato dietro la centrale idrodinamica, senza transenne o protezioni, meta costante di incursioni, ridotto a un colabrodo, pieno di scritte e con bivacchi all’interno.

Proprio in quel periodo era stato individuato il titolare del mezzo, che però poi pare abbia comunicato di non essere in possesso di documenti che certifichino la proprietà. Quindi la carrozza non risulta appartenere a nessuno.

Diversa invece la situazione del trenino, rimasto sempre in un’area delimitata. Era stato utilizzato per portare triestini e turisti, nel 2016, alla scoperta del Porto Vecchio, e poi anche durante la Barcolana, quando il sito era ancora chiuso e non accessibile ai cittadini. L’iniziativa aveva riscontrato un successo, considerando i numeri con il trasporto di 14 mila passeggeri ma durante gli otto week end specifici. Varie ipotesi erano state fatte poi per un possibile riutilizzo. Mai concretizzate.

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