Letame a San Canzian, scatta l’infrazione

Il Comune interviene dopo l’invasione di mosche. Il sindaco Fratta: «Spetta agli organi competenti indagare»
SAN CANZIAN D’ISONZO. Non sarà senza conseguenze lo spargimento di liquami sui campi a ridosso di alcune abitazioni di via San Canzian, tra Begliano e San Canzian d’Isonzo, letteralmente invase dalle mosche da oltre due settimane a causa dello scorretto procedimento di concimazione. Il regolamento comunale di Polizia urbana prevede sanzioni tra 100 e 600 euro nel caso in cui non si seguano le indicazioni necessarie per evitare disagi alla popolazione. «E il procedimento di infrazione è già stato avviato», sottolinea l’ex vicesindaco e ora consigliere comunale delegato alla manutenzione delle opere pubbliche, Luciano Dreos, contattato subito dopo Ferragosto da un residente della zona e poi ancora qualche giorno dopo.


Dreos spiega di aver quindi segnalato verbalmente il problema agli uffici della Polizia municipale il 25 agosto e poi nuovamente tramite una mail domenica scorsa. I vigili secondo il consigliere comunale sono intervenuti prontamente, in entrambe i casi, seguendo le modalità previste. «Quello che mi interessa è però portare a conoscenza dei cittadini quello che prevede il nostro regolamento di Polizia urbana all’articolo 12 ter, in materia di Difesa fitosanitaria–Uso concimi organici e liquami», prosegue Dreos. Al quarto comma il regolamento recita, come spiega, che «quando si debba fertilizzare con liquami, letame o “pollina matura” si dovrà intervenire alla loro ricopertura mediante interramento nei tempi: nei centri abitati immediatamente allo spargimento e nelle zone rurali entro 24 massimo 48 ore, salvo avverse condizioni atmosferiche o specifica deroga». Perlomeno uno dei campi in cui i liquami sono stati sparsi e non interrati ricade interamente in centro abitato, a vedere i cartelli stradali, ma in ogni caso il terreno avrebbe dovuto essere ricoperto ed interrato.


«Azione che a mio parere può avvenire solo mediante l’aratura del campo e non con l’uso dell’erpice, come mi risulta sia stato fatto», osserva il consigliere comunale. «Ora non sta a me giudicare se l’agricoltore si sia attenuto scrupolosamente al nostro regolamento – conclude l’ex vicesindaco –, perché ognuno potrà trarre le proprie conclusioni, né tanto meno sapere se e da chi sia stato autorizzato, perché saranno gli organi competenti a indagare e trarre le conclusioni sul caso. Mi sembrava però giusto che i cittadini sapessero come esattamente stanno le cose. Certo è che nelle vicinanze di abitazioni bisognerebbe dimostrare una sensibilità particolare nei confronti dei cittadini rispetto alle proprie azioni».


Quello che hanno sottolineato i residenti della zona di via San Canzian, cui hanno fatto eco ieri, commentando la notizia sulla pagina Facebook de Il Piccolo, abitanti di Terranova e Pieris, oltre che di Staranzano. Il consigliere comunale di Noi di San Canzian Roberto Rossi ha invece presentato ieri un’interrogazione urgente per chiedere chiarimenti all’amministrazione Fratta non solo sull’ultimo episodio, che ha costretto gli abitanti di via San Canzian a barricarsi letteralmente in casa e a una lotta impari contro migliaia di mosche, ma anche su quelli che si sarebbero ripetuti nell’arco degli ultimi dieci anni in diverse aree.


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