L’ex caserma di Ronchi il rudere che deturpa il quartiere di San Vito

Vane per ora le speranze di un possibile recupero. Si tratta di  una struttura privata che  da anni è in stato di abbandono ora di proprietà di una società
Bonaventura Monfalcone-03.04.2020 Rudere-San Vito-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-03.04.2020 Rudere-San Vito-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

Luca Perrino / RONCHI

La rinascita dell’ex proprietà della famiglia De Dottori. Le nuove lottizzazioni e, poi, quelle che ancora debbono decollare. L’avvio di una fiorente attività di bad & breakfast. Anche un giardino pubblico ha trovato posto nel rione di San Vito a Ronchi dei Legionari. Quello dove, lunedì, con una messa che sarà officiata alle 20 nella proprietà della famiglia Bertinazzi, ricorderà il suo patrono.

Ma c’è una bruttura che proprio non si riesce a cancellare. È quella che tutti possono vedere all’angolo tra via 24 Maggio e via San Vito. Ciò che contraddistingue quel lembo di quartiere sono i ruderi di un fabbricato che ha una storia importante. Fu, infatti, sede di una compagnia della finanza austroungarica. È di proprietà privata e nessuno riesce a smuovere un disinteresse che è latente. Era il febbraio del 2009. Un crollo che era nell’aria, quello che si registrò durante la notte. Ad essere interessata parte di un edificio disabitato ormai da anni e che nel secolo scorso era stata una caserma. In pochi secondi si era praticamente staccato l’angolo della casa, senza alcuna conseguenza per le persone, ma con gravi disagi per la viabilità e per l’erogazione dell’energia elettrica. Era quasi l’una del mattino quando una pattuglia dei Carabinieri della stazione cittadina, in normale servizio di pattugliamento, si era accorta del fumo che si stava sprigionando dallo sfaldamento delle pareti esterne dell’edificio.

Sulla strada era caduta anche parte della grondaia, mentre un cavo dell’energia elettrica era rimasto sospeso nel vuoto. I carabinieri avevano avvisato i Vigili del Fuoco, i tecnici dell’Enel e quelli dell’Iris che nel cuore della notte avevano staccato i fili della corrente elettrica che alimentano l’illuminazione pubblica nell’intero rione di San Vito. Da allora, e sono trascorsi ormai 11 anni, tutto è rimasto come allora. Nel più totale abbandono e degrado. La proprietà, allora, aveva ottemperato all’ordinanza notificata dalla Polizia locale, con la quale si davano cinque giorni di tempo per mettere in sicurezza la zona, evitando quindi ulteriori crolli che avrebbero potuto creare danni alle persone o alla cose, oltreché sensibili disagi. Ma da allora niente più. E nemmeno ci sono più transenne ad evidenziare lo stato di pericolo e di abbandono totale.

Ci si è dimenticati di questo pezzo di storia, ma ci si è anche dimenticati che certi ruderi andrebbero messi in sicurezza. Alcuni anni orsono la zona era finita all’asta ed anche l’amministrazione comunale di Ronchi dei Legionari vi aveva partecipato con l’intenzione di realizzare al posto della caserma una piazzetta per dare nuovi spazi al rione di San Vito. Un’operazione che non era andata a buon fine, visto che era stata una società di cui non si conosce il nome ad aggiudicarsi l’asta. Società che non è più intervenuta.

La caserma austroungarica aveva funzionato sino alla fine della prima guerra mondiale, poi era diventata casa di civile abitazione, poi abbandonata ad una fine ingloriosa e purtroppo costante per molte abitazioni del passato. Si riuscirà, prima o poi, a fare qualcosa? Sino ad oggi, purtroppo, ogni speranza ed aspettative sono risultate vane. —

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