«L’ex caserma Monte Cimone da consegnare alla collettività»

Approvata la mozione del Pd che chiede di sdemanializzare il comprensorio di Banne Identica istanza presentata in Comune a Trieste
Lasorte Trieste 27/06/18 - Banne, Caserma Monte Cimone
Lasorte Trieste 27/06/18 - Banne, Caserma Monte Cimone

TRIESTE. Sdemanializzare l’ex caserma Monte Cimone di Banne, per procedere poi con uno studio di fattibilità, che definisca i costi di una successiva operazione di bonifica dell’area, pianificando la sua riqualificazione ambientale in maniera partecipata per metterla a disposizione della collettività. È questo, in sintesi, il contenuto della mozione, presentata dalla consigliera Lara Dipace (Pd) e approvata dalla Circoscrizione Altipiano Est, con i voti dello stesso Pd e dell’Unione slovena, mentre si sono astenuti i rappresentanti della Lega e della lista Dipiazza.

A darne notizia è stato il presidente della circoscrizione stessa, Marko De Luisa. «Si tratta di una mozione che si allaccia a quella consegnata in Consiglio comunale, a Trieste, dalla consigliera Valentina Repini, anche lei del Pd – ha spiegato –, e la cui importanza è stata sottolineata dalla presenza, nel corso della seduta, di una rappresentanza degli abitanti di Banne. Il comprensorio – ha ricordato De Luisa – è costituito da 28 fabbricati principali, 5 dei quali dichiarati di interesse culturale, e si sviluppa su un’area di 17 ettari, ai quali si affianca una vicina area boschiva, denominata “ex tenuta Bidischini – Burgstaller”, per ulteriori 34 ettari. Considerando che la caserma è stata dismessa dall’Esercito nei primi anni ’90 e da allora è abbandonata e che la collina sulla quale sorge è di grande pregio ambientale, con significative testimonianze della storia locale – ha continuato il presidente della circoscrizione – ecco che un suo riutilizzo a beneficio della città e della collettività ci sembra un’operazione da favorire».

Fra l’altro, l’area è definita, dagli strumenti urbanistici in vigore, «di grande trasformazione», perciò su di essa potrebbero sorgere servizi e attrezzature di interesse collettivo. «Date queste premesse – ha concluso De Luisa – chiediamo sia allestito un tavolo di lavoro con Demanio, Regione e Comune di Trieste, per mettere questo patrimonio a disposizione della comunità locale, magari utilizzando i finanziamenti reperibili nel quadro della nuova programmazione regionale dei fondi strutturali e di investimento europei 2021-2027». —

U.Sa.

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