«L’ex collegio Filzi non va abbattuto»

«Si deve fare tutto il possibile per non cancellare la memoria storica e il significato che nel tempo e nelle diverse situazioni ha assunto l’ex collegio Filzi».
A prendere posizione sulla questione che negli ultimi giorni non ha mancato di scatenare più di qualche polemica in città è la sezione di Gorizia dell’associazione Italia Nostra, che pur dicendosi consapevole dell’urgenza dell’intervento da condurre sulla struttura preda del degrado, e che non può essere recuperata nel rispetto delle attuali normative antisismiche (se non stravolgendone le architetture), «non concorda con la proposta di demolizione totale dell’immobile come unica soluzione possibile, in quanto ritiene che siano significativi alcuni elementi caratterizzanti dell’edificio quali ad esempio la tessitura delle facciate o la particolare composizione di volumi e spazi».
Il direttivo di Italia Nostra, in una nota, spiega ad esempio che l’ex collegio rappresenta una tipica architettura degli anni Sessanta, con caratteristiche che a Gorizia è possibile riscontrare anche nell’ex sede dell’Azienda sanitaria (e oggi stabile Ater) di via Vittorio Veneto, nell’edificio scolastico che ospita il polo tecnico di via Puccini, o nel palazzo della Telve, ex sede Sip, di via Crispi. Tutte strutture che «con le loro linee e i loro volumi hanno caratterizzato la fase storica della ricostruzione di Gorizia», spiega Italia Nostra. Che «ritiene inoltre che debba essere conservato il valore simbolico e storico dell’edificio, in quanto, per le funzioni a cui è stato adibito, l’ex convitto è stato testimone di momenti importanti della vita della comunità». Da qui la «viva preoccupazione» per l’ipotesi di completa cancellazione del complesso edilizio.
«Auspichiamo che la progettazione del sito non sostituisca con una soluzione frettolosa, banale e priva di identità la sua complessità storico architettonica», conclude Italia Nostra nella nota firmata dal presidente Alessandro Morgera. L’allarme lanciato dall’associazione, però, non trova concorde il Comune di Gorizia, come conferma il sindaco Rodolfo Ziberna.
«E lo dice chi, come me, conosce molto bene la storia dell’ex collegio, visto che mio padre era istruttore al Filzi, ed io ci passavo davanti ogni giorno – dice –. Però la realtà è che non c’è motivo perché quella struttura venga considerata di pregio, non è un’opera d’arte, e lo ha constatato anche la Soprintendenza con la quale abbiamo effettuato appositamente un sopralluogo. Così, visto che lasciare l’immobile nelle condizioni in cui è oggi, aspettando che crolli, non ha alcun senso ed anzi sarebbe criminale, abbiamo intrapreso una strada per il suo riutilizzo di concerto peraltro con l’associazione «Ierimo del Filzi», che riunisce molti degli ex alunni del collegio. Proprio con il sodalizio, ad esempio, è stato deciso che verrà collocata sul nuovo edificio adibito ad ostello una targa in memoria di quanto c’era un tempo.
«Come è stato appurato chiaramente in fase di progettazione – spiega ancora Ziberna – qualsiasi intervento conservativo, nel recupero della struttura, sarebbe inimmaginabile, perché richiederebbe costi enormi che non possiamo sostenere». Il nuovo edificio «risponderà perfettamente alle linee del nostro programma – aggiunge il sindaco –: sarà a servizio della cittadella dello sport della Campagnuzza e permetterà di promuovere ancor di più, anche attraverso lo sport, la nostra città». —
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