L’ex ospedale riparte ma niente albergo

Spazi residenziali e commerciali dopo le richieste di modifica al Comune. Il palazzo a ponte riconvertito entro fine anno

La riqualificazione dell’area dell’ex ospedale di via Rossini acquista nuovo slancio. Si riparte quanto meno dal completamento del grande edificio a ponte costruito sopra l’imbocco di via dell’Istria da via Rossini per diventare il “municipio bis”. Un’ipotesi tramontata con il modificarsi dei piani del Comune, che comunque avrebbe dovuto indire un bando pubblico per dotarsi di una nuova sede, e l’appannarsi dell’idea di “città comune”, sepolta in via definitiva, soprattutto dai cittadini di Ronchi dei Legionari e Staranzano, con il referendum del giugno 2016.

Il palazzo è stato quindi ripensato dall’architetto Francesco Morena e dal suo studio, che hanno realizzato l’intero piano di sviluppo dell’ambito per l’impresa veneta Tonon, proprietaria dell’area, per accogliere la residenza. A disposizione ci sono circa 4 mila metri quadri non utilizzati e rimasti al grezzo. Confermata l’ipotesi di ricavare nell’immobile 30 appartamenti, il fronte e il retro del palazzo non saranno più caratterizzati da un’estesa superficie vetrata, ma da una “griglia” in grado di dotare gli appartamenti di grandi terrazze. «L’idea è che la superficie vetrata rimanga importante», dice Morena, che con l’impresa sta lavorando per un ulteriore completamento dell’ambito, acquistato nell’autunno del 2005 con una spesa di 4,950 milioni di euro, e dove era prevista la costruzione di oltre 210 alloggi per circa 600 potenziali residenti.

«Stanno emergendo degli interessi per la zona, che continuo a ritenere strategica per lo sviluppo urbano di Monfalcone – spiega Morena –, anche di natura commerciale e per servizi. Vorrei si completasse in tempi ragionevoli almeno il fronte sul canale de’ Dottori». Anche se a colmare il vuoto esistente tra il palazzo “a ponte” e l’unica palazzina residenziale finora realizzata non sarà il progettato albergo 4 stelle. «Non penso ci siano oggettivamente le condizioni per realizzare un intervento di quel genere a Monfalcone – osserva l’architetto –, dove invece sta ottenendo una buona risposta la tipologia del bed&breakfast». Morena è fiducioso, però, che il completamento del grande palazzo che scavalca via dell’Istria possa funzionare da traino per il riutilizzo del resto dell’area alle sue spalle e di quella che confina con la zona del supermercato Eurospar. Le modifiche al Piano particolareggiato di iniziativa privata richieste a inizio anno dalla società e avvallate dall’amministrazione comunale riguardano proprio l’area compresa tra via dell’Istria, l’Eurospar e via Aquileia, dove accanto alla possibilità di costruire unità abitative si prevede quella di realizzare degli uffici per un massimo di 1.350 metri quadri coperti e un volume di 8.500 metri cubi.

Il resto del piano originale, invece, non cambia: due aree libere confinanti con via Rossini e via Aquileia rimangono destinate a residenziale e ad attrezzature alberghiere-ricettive, il lotto centrale compreso tra le due è confermato a residenziale. I tempi dell’avvio dell’ultimazione del palazzo “a ponte” sembrano decisamente stretti, si parla dei prossimi mesi e comunque entro la fine dell’anno. Il rilascio del permesso a costruire da parte del Comune dovrebbe essere imminente. L’operazione di riconversione, per la quale è stato quantificato un costo complessivo di 3,5 milioni di euro, pare inoltre poter contare su un sostegno economico da parte della Regione finalizzato alla realizzazione di edilizia convenzionata.

Lo scorso anno la società aveva avanzato la richiesta di un incentivo di 750 mila euro per poter mettere mano al completamento dell’edificio. Se così sarà, gli appartamenti saranno messi in vendita a prezzi calmierati, ma in base ad alcuni criteri. Con la proprietà il Comune intende affrontare in tempi piuttosto rapidi anche il tema del recupero dell’ex chiesetta dell’ospedale, ormai in preda al degrado (il tetto è completamente collassato), acquistata dalla società assieme al resto dell’ex ospedale. L’intenzione è quella di riconsegnarla alla città come spazio espositivo e aggregativo, come spiegato dall’assessore all’Urbanistica Giuseppe Nicoli un paio di mesi fa. La struttura potrebbe essere utilizzabile soprattutto dalla zona di largo Isonzo e via Crociera, ormai destinata a non essere più separata da via Aquileia dall’ex ferrovia Fincantieri.

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