L’ex tiro al piattello sospeso tra il degrado e un futuro da parco

il sopralluogo
/ Gradisca
In bilico fra un quasi ventennale abbandono e un futuro – chissà – da fulcro dell’agognato Parco sull’Isonzo. È l’area dell’ex tiro al piattello di Gradisca d’Isonzo, un luogo ai piedi dell’argine sul fiume, ove le lancette sembrano essersi fermate a quelle giornate del 2003 in cui l’attività della locale società sportiva di tiro a volo – fucina di talenti e di campioni anche a livello nazionale – chiuse i battenti, stritolata dalle polemiche dei residenti (non solo gradiscani, ma della dirimpettaia località di Sdraussina) per l’inquinamento acustico causato dagli spari e quello ambientale del terreno e delle acque limitrofe, cagionato dall’accumulo dei pallini dei tiratori. Da allora il piccolo ma suggestivo poligono – cinque postazioni – e le “palafitte” che costituivano sede sociale e magazzino della gloriosa società vivono come cristallizzati nel tempo.
Tutto è rimasto fermo a quel giorno, compresa la piccola giostra a ruota per bambini malinconicamente avvolta dal verde, e quel tavolino che guarda verso l’Isonzo e il Carso. Lontanissimi anche i giorni del festival “Rock In Tenda” che richiamava centinaia di giovani. Oggi occasionalmente qualche incivile utilizza la zona per i propri bagordi o per abbandonare rifiuti, e qualche cittadino di buona volontà (motociclisti e fuoristradisti in passato lo fecero spesso) ripuliscono pazientemente l’area. Nel complesso la zona conserva intatto il suo fascino, per quanto potenziale. E non è un caso che quel potenziale lo veda – dopo tanto oblio – anche l’amministrazione comunale.
Se in passato non si era andati oltre idee velleitarie (la sede della protezione civile e persino un parcheggio), questa volta per il vecchio poligono potrebbe davvero esserci nuova vita. La giunta Tomasinsig intende affrontare il lungo ma suggestivo percorso per il riconoscimento dello status di parco naturale dell’Isonzo di una vasta area che va dalle mura venete a valle, verso il ponte di Sagrado, seguendo idealmente il percorso dei corpi arginali in un contesto dalla evidente biodiversità floristica e faunistica. Il sogno è un’area in cui possano trovare spazio percorsi pedonali e ciclabili, panchine, giochi per bambini, punti attrezzati per i pic nic. Il tutto arricchito magari da percorsi guidati dal punto di vista naturalistico e culturale: Isonzo e Carso, teatro della Grande Guerra, sono a portata di vista.
«La valorizzazione paesaggistica e ambientale dell’Isonzo attraverso l’istituzione di un vero e proprio parco ben si sposa con altre iniziative improntate a una fruizione slow della città – si sbottona l’assessore Alessandro Pagotto –. Penso alla pulizia delle mura venete, ai lavori di messa in sicurezza dei camminamenti del Castello, ai numerosi percorsi cicloturistici intercomunali di cui Gradisca sarà crocevia. Progetti che devono essere sviluppate coerentemente. Cercheremo di capire se potremo farlo da soli o farlo in forma aggregata con altri comuni». La strada è lunga: «Dovranno acquisire i pareri di chi è competente sull’area, ovvero Demanio idrico, Direzione difesa del suolo, Soprintendenza. Infine serviranno una modifica del piano regolatore e un regolamento di gestione. Ma dobbiamo provarci. Il tiro al piattello? Può essere il cuore del parco», conclude Pagotto. —
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