Licia de Szombathely, una medaglia al valore

Riconoscimento all’imprenditrice della carta, benefattrice dei teatri, “ideatrice” del Ghetto
Lasorte Trieste 17/06/14 - Salotto Azzurro, Riconoscimento a Licia De Szombathely
Lasorte Trieste 17/06/14 - Salotto Azzurro, Riconoscimento a Licia De Szombathely

«Licia Dannecker de Szombathely ha dato un contributo generoso con alto impegno civico alla città in campo benefico, culturale e imprenditoriale. Opere concrete e importanti, realizzate accanto al marito Gabrio de Szombathely, di cui ricorderemo sempre con gratitudine lo straordinario valore». Così il sindaco Roberto Cosolini per la cerimonia di conferimento della medaglia bronzea del Comune a questa donna coraggiosa, sempre in prima linea nel lavoro e nel sociale, semplice e schietta: «Sono molto commossa e felice – ha detto ringraziando - anche se non mi sembra di aver fatto grandi cose. Ho avuto la fortuna di avere validi collaboratori». Licia Dannaker nasce a Trieste il 23 giugno 1921, da genitori triestini. Dopo gli studi alle Magistrali decide di occuparsi della legatoria del padre (commissario del Lloyd Triestino). Manca tela per i libri? Licia usa tutte le lenzuola di casa e l’unica legatoria triestina che può sopravvivere diventa la sua. Le case sono senza finestre per i bombardamenti? Licia pittura i cartoni con le pitture per le barche e li vende come sostituti. Trieste non è più sufficientemente attrattiva? Lei trasferisce Artecarta a Gorizia, zona franca già nel 1953. Poi crea una innovativa fabbrica di “scartozi” (14 rappresentanti in tutta Italia), apre depositi a Trieste, Udine, Lubiana, Treviso e Padova diventando leader nel settore. Nel frattempo ha sposato Gabrio de Szombathely e ha messo al mondo Marina. Da sempre è socia sostenitrice del Teatro Verdi, del Rossetti, della Contrada, della Chamber Music, dell’Associazione de Banfield, della Società dei Concerti, dell’Adriaco. Alla fine degli anni ’90 crea “Voci dal ghetto”, spettacoli e arte in una zona della città che ritrova centralità culturale. Infine, dona ai Musei civici il fondo librario di Marino de Szombathely, l’amato suocero, amico e maestro di Italo Svevo.

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