L'intervista al patron della manifestazione: «Lo stop è stato una provocazione. Il tema esiste, ho sbagliato i tempi»

L’organizzatore della corsa podistica condanna le strumentalizzazioni politiche:  «C’è chi ha stravolto la realtà, risponderò in tribunale. La mezza maratona aperta a tutti» 
Silvano Trieste 03/05/2015 Bavisela 2015
Silvano Trieste 03/05/2015 Bavisela 2015

L’INTERVISTA «Una provocazione che ha colto nel segno», dunque. Così Fabio Carini nella serata di ieri, dopo la bufera che si è scatenata sul Trieste Running Festival. Lo stesso patron dell’evento ribadisce nel contempo di aver «sollevato un problema che esiste e che per ipocrisia viene spesso ignorato dagli organizzatori di eventi di running: lo sfruttamento di atleti africani da parte di procuratori che si arricchiscono alle loro spalle».

Carini riconosce però che avrebbe «dovuto sollevare il problema in tempi e modi diversi ed è quello che faremo – afferma –. Sono dispiaciuto per le reazioni, mi scuso con coloro che si sono onestamente sentiti offesi. Non è attraverso l’esclusione che la questione possa essere degnamente affrontata. Continuerò la mia battaglia contro uno sfruttamento che ritengo inaccettabile e scandaloso». A ruota, il messaggio: «La mezza maratona di Trieste è aperta a tutti. Senza distinzioni».


Dichiarazioni arrivate al termine di una giornata convulsa, che aveva visto Carini rilasciare qualche ora prima un’intervista a Il Piccolo. Il giornalista di Palazzo (dal 1999 in Regione, in quota An) che ha “rilevato” anni fa la Bavisela ed è ora organizzatore della mezza maratona di primavera ha condannato le strumentalizzazioni politiche sulla vicenda. E in precedenza si era detto pronto alla querela nei confronti di chi, in primis Cristiano Shaurli e Francesco Russo del Pd, sul caso aveva parlato di «apartheid dello sport» e ripescato «l’Alabama del Ku Klux Klan».

Carini, perché la provocazione?

Una premessa: Trieste è una città multiculturale, la più multiculturale in Italia e in Europa.

E allora perché quelle parole?

Per lanciare proprio da Trieste un messaggio di parità, uguaglianza e diritti per tutti. Ciò che non avviene nella corsa su strada, in cui professionisti che arrivano dall’Africa non sono equiparati per ingaggio e trattamento, a parità di prestazioni, a italiani ed europei. Inaccettabile.

Come mai avevate stoppato solo gli africani e non americani o cinesi?

Perché gli africani sono i più forti. E sono in tanti a essere sottopagati.

Il sospetto era che non abbiate i soldi per ingaggiare top runner africani.

Abbiamo investito 15 mila euro e acquisito le prestazioni di sei-sette top runner europei. Con gli stessi soldi, avessimo voluto ingaggiare atleti africani, ne avremmo avuti dieci, se non quindici.

Un atleta europeo viene dunque pagato il doppio di un africano?

In certi casi la differenza è di cinque a uno. Prima di arrivare all’europeo, ci sono decine, centinaia di africani più forti. I primissimi hanno un trattamento di parità. Ma tutti quelli che stanno appena sotto i loro connazionali, ma alla pari, se non più forti, degli europei, sono penalizzati. Per noi, invece, a parità di prestazioni ci deve essere uguale ingaggio.

Chi ci mangia sopra?

Il sistema è sbagliato. Non sappiamo nemmeno se i compensi vanno nelle mani giuste. Agenzie e manager sono spesso trasparenti, ma nel sottobosco succede di tutto.

Non si poteva lanciare lo stesso messaggio dopo aver fatto correre gli africani?

Impensabile che chi viene maltrattato possa avere il coraggio e la forza della denuncia.

Il Pd la pensa in modo opposto.

Se si vuole fare politica, mi tiro fuori. Ma hanno preso una cantonata mostruosa. Si aspettino una risposta in tribunale.

Querela?

Lo valuteremo, ma ci aspettiamo le scuse.

Lei è razzista?

Mi viene da ridere, se non da piangere. Ho sempre dimostrato nella mia vita che l’unica differenza, per me, è il valore della persona.

È vero che sta per diventare direttore dell’agenzia di stampa del Consiglio regionale?

Nessuno mi ha mai comunicato niente.

Non crede però che sia stato inopportuno, visto il suo ruolo in Regione, presentarsi in conferenza stampa assieme a Fedriga e Roberti?

Sono il governatore e l’assessore triestino di riferimento. Poi c’erano sindaco, vicesindaco di Trieste e sindaco di Duino. Le istituzioni. È inopportuno chi giudica con malizia ciò che è molto palese.

Voleva accreditarsi con la Lega per il posto da direttore?

Non sapevo fosse un incarico della Lega. —


 

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