L’intuito di un triestino dietro alla nascita del mito di Schwarzy

TRIESTE Un pioniere del body building italiano. Prima come protagonista in palestra quando nel 1961 vinse il titolo di “Mr Italia”. Poi come giudice internazionale, direttore ed editore di periodici specializzati: erano le testate “Forza e Salute”, “Ercole”, “Sport&Salute”. All’inizio degli anni Sessanta attore nei fotoromanzi e in alcuni film. In un curriculum lungo oltre dodici lustri di vita, spicca un ruolo importante nell’aver lanciato un certo Arnold Schwarzenegger nell’universo della cultura fisica. E fu anche imprenditore nel ramo degli integratori alimentari, nel packaging, nei serramenti. Ha gestito tre palestre.

Umberto Devetak, 81enne triestino, ha vissuto gran parte della sua esistenza a Milano e da alcuni anni ha fatto ritorno nella città natale e vice nella zona di viale Baiamonti. Con un capiente bagaglio riempito dalle tante iniziative avviate e dai molti ricordi. A Trieste nacque a Coloncovez, ma ben presto si trasferì in viale Campi Elisi. Frequentò l’istituto magistrale.

Mentre riepiloga i momenti di gloria, sfoglia un’opera di cui è orgoglioso e che concentra l’esperienza di una vita: s’intitola “Enciclopedia universale della cultura fisica”, pubblicata da Madison nel 2009, 900 pagine e 4000 foto dedicate al body building. Tre sezioni che raccontano di attrezzi, sviluppo muscolare, allenamenti di spalle, torace, schiena, braccia, addominali.

Oggi sembrano temi scontati, ma quando Devetak cominciò a lavorare su se stesso nel lontano 1955 - sotto la guida di Giuseppe Di Campo che aveva imparato queste discipline dai soldati Usa durante il Governo militare alleato - scontate non lo erano affatto e il giovane triestino divenne un precursore del settore. «Pesi di cemento, energia solo naturale - ci tiene a precisare Devetak - eravamo agli albori della cultura fisica». Integratori alimentari sì, “altre” sostanze neanche per ischerzo perchè «con l’uso della chimica nello sport, in teoria chiunque potrebbe diventare un campione». Si diceva che giravano sostanze non meglio identificate tra i campioni statunitensi.
Il suo record da agonista, quando pesava 83 kg, è raggiunto sollevando 196 chili su panca. «Mi allenavo 2-3 ore al giorno - riprende - per 3-4 volte alla settimana». Negli anni della massima forma fisica la sua immagine finisce sui flaconi di una marca di integratori e sull’astuccio della crema “Ursus”.
Conosce diversi attori del genere “peplum”, i film storici in costume ambientati nell’antichità biblica e classica. E conosce Walter Chiari, con il quale - documenta una foto - ingaggia un braccio di ferro.
Ma è in qualità di giudice internazionale della federazione Nabba, con sede a Londra, che gli capita il gran colpo. Siamo nel 1966, lo stesso anno in cui in Inghilterra si disputa la Coppa Rimet di calcio e la Corea del Nord elimina gli azzurri. Un giovane culturista austriaco, Arnold Schwarzenegger, allora diciannovenne, si fa vivo con Devetak, perchè vuole partecipare al concorso “Mr Universo” organizzato dalla Nabba nella capitale britannica. Devetak acconsente alla richiesta di Schwarzenegger e gli rende possibile gareggiare nell’elezione. Una foto ritrae il futuro divo del grande schermo eppoi governatore repubblicano della California, mentre stringe la mano al giudice internazionale triestino che in quel momento era più potente di lui ... E nel 1989, in piena stagione di successo, sarà lo stesso attore a scrivere una simpatica lettera a Devetak presso la redazione di “Sport&Salute” a San Giuliano Milanese.
Presidente della federazione Fncf, Devetak provvede di tasca propria alla trasferta degli atleti. A un certo punto il commercialista gli dice: «In trent’anni lei ha speso 500 milioni delle vecchie lire per aver mandato i suoi atleti in giro per il mondo». Nel 2004 “Sport&Salute” cessa le pubblicazioni per mancanza di pubblicità. La compravano in molti, anche a Trieste dove nell’ambiente della cultura fisica il nome di Devetak resta comunque di richiamo.
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