Lloyd Triestino, l’archivio trasferito al Comune

Con l’approvazione in giunta della delibera che ne ha perfezionato il trasferimento a titolo gratuito dalla Regione, il Comune ieri è entrato formalmente in possesso dell’archivio del Lloyd Triestino: 6.195 pezzi inventariati nei mesi scorsi “in contraddittorio” da funzionari di Comune e Regione che hanno così verificato la consistenza delle collezioni rimaste per oltre un decennio sigillate in scatoloni da trasloco. Collezioni che hanno poi svelato tutto il valore di un archivio costituito a partire dal 1836, data di nascita del Lloyd Austriaco, la più gloriosa e rinomata compagnia di navigazione della Trieste che era.
A gestire la collezione sarà - per incarico espresso della giunta comunale - il Museo del mare, nei cui magazzini l’archivio è custodito: un Museo che «con questa acquisizione - sottolinea il direttore dei Civici musei scientifici Nicola Bressi - diventa uno dei più importanti d’Europa». Il progetto che il sindaco Roberto Cosolini ora conferma è quello di ampliare nel tempo il polo di Campo Marzio così da reperire gli spazi utili a esporre l’archivio del Lloyd. Di recente Cosolini aveva già annunciato l’intenzione di formulare «entro l'anno un avviso per manifestazioni di interesse per un intervento di recupero e valorizzazione dell'area» che prevedesse «qualità urbanistica del progetto, servizi, parcheggi, fruibilità di spazi pubblici nonché infrastrutture per l'attrattività turistica e culturale, legate al rapporto fra città e mare. Con una proposta di acquario e l'ampliamento del Museo del mare». «L’ipotesi maestra su cui lavorare - ribadisce dunque il sindaco senza comunque del tutto escludere alternative - è l’ampliamento» del polo culturale di Campo Marzio.
Ma se i tempi per l’operazione complessiva si preannunciano lunghi, il primo obiettivo, chiude Cosolini, è intanto quello di un’esposizione temporanea da realizzarsi entro l’anno prossimo, con alcuni dei pezzi già sottoposti a un restauro finalizzato. Restauro che per il complesso dell’archivio sarà «lungo e articolato», interviene Bressi, anche se «tutti i pezzi sono mediamente in discrete condizioni. Non sarà insomma un restauro necessario a fermare il deperimento dei beni bensì a renderli pienamente fruibili nel loro massimo splendore». A occuparsene sarà in primo luogo il personale del museo, affiancato se necessario da rinforzi dai Musei di storia e arte e da specialisti esterni. Il tutto andrà fatto in accordo con le Soprintendenze. E oltre al restauro servirà una catalogazione precisa dei pezzi. «Ci vorranno, a spanne, almeno sei o otto mesi - dice Bressi - ma quella della Barcolana 2013 potrebbe essere una data cui puntare per una prima esposizione parziale» della collezione». Dove? Forse negli spazi del Museo, «forse in qualche altra sede idonea in città», dice Bressi. Che ribadendo l’importanza dell’archivio lancia anche un appello: «Regione e Comune, che ringraziamo entrambi, hanno già fatto molto per Trieste dando un futuro all’archivio: qualche sponsorizzazione, in questi tempi di tagli alle risorse pubbliche, sarebbe molto gradita, considerato che per valorizzare al massimo questo patrimonio serve ora uno sforzo ancora maggiore».
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