La Cardiologia di Gorizia non sarà trasferita: salve le degenze e l’Utic

L’esito dell’incontro tra il sindaco Ziberna e l’assesore Romano con Fedriga e Riccardi: le degenze e l’Utic saranno assicurate sia a Gorizia sia a Monfalcone

Francesco Fain
L'ospedale civile di Gorizia (foto archivio Bumbaca)
L'ospedale civile di Gorizia (foto archivio Bumbaca)

Una soluzione salomonica. Che pare non scontentare nessuno ma che è sicuramente “figlia” della strenua battaglia portata avanti dal Comitato salute e dai capigruppo (di maggioranza e opposizione) in Consiglio comunale. Le degenze e l’Utic, l’Unità di terapia intensiva cardiologica, saranno assicurate sia a Gorizia sia a Monfalcone.

Questo l’esito dell’incontro che il sindaco Rodolfo Ziberna e l’assessore comunale al Welfare Silvana Romano hanno avuto, nel Palazzo della Regione a Trieste, con il presidente della Regione Massimiliano Fedriga e l’assessore Riccardo Riccardi.

La questione, come si ricorderà, era stata oggetto di un ordine del giorno fatto proprio dal sindaco e condiviso da tutto il Consiglio comunale, con cui si chiedeva che sia la degenza cardiologica sia l’Utic rimanessero a Gorizia, dopo che era stata paventato il trasferimento di quest’ultima nel solo nosocomio di Monfalcone.

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Come noto, è il decreto ministeriale 70 ad aver disposto che la soglia minima per mantenere una Utic è una popolazione di almeno 150 mila persone e che, pertanto, non solo quella goriziana ma anche quella monfalconese era a potenziale rischio di mantenimento. A ciò si era aggiunto il fatto che, nella redazione delle linee-guida vincolanti per Asugi di alcuni mesi fa, si indicava il mantenimento della sola Utic monfalconese. Una decisione che, in un comunicato stampa del Comune, viene definita «svista» ma, su questo tema, si potrebbe aprire un dibattito senza fine.

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Il sindaco Ziberna ha sempre manifestato fiducia e ottimismo, mantenendo nel corso di questi mesi uno stretto collegamento e un’interlocuzione continua con i vertici della sanità regionale affinché si potesse incassare il risultato indicato nell’ordine del giorno bipartisan del consiglio comunale. Questa interlocuzione ha portato innanzitutto alla costituzione di un gruppo tecnico in seno ad Asugi, composto dai vertici dei settori sanitari interessati e coinvolti nell’ambito cardiologico, a cui è stato chiesto un parere tecnico. Ma, alla fine, la decisione è stata politica.

«L’assessore Riccardi e il presidente Fedriga – spiega il sindaco – hanno compreso i timori della popolazione goriziana e isontina e hanno assicurato che, innanzitutto, i posti-letto relativi alla degenza cardiologica rimarranno. Inoltre, hanno assicurato che, sino a quando le condizioni lo consentiranno (ma ciò vale per ogni servizio in qualsiasi luogo della regione), anche l’Utic goriziana, che ospita oggi non più di quattro persone, rimarrà nel nosocomio del San Giovanni di Dio. Perciò è ovvio e naturale, oltre che eticamente obbligatorio, che un servizio sia reso in termini di adeguatezza a cominciare dal capitale umano e ben sappiamo quanto sia difficile attrarre, non solo a Gorizia e nella nostra regione, ma in Italia, il personale medico».

Una frase che va “decriptata”: ovvero, i due servizi rimarranno in vita se ci sarà il personale sufficiente per garantirli...

«La Regione – prosegue Ziberna – ha investito somme davvero importanti, quanto mai prima, proprio per rafforzare l’offerta sanitaria goriziana. Si pensi, ad esempio, ai 46 milioni di euro destinati alla riqualificazione dell’ex dispensario di via Vittorio Veneto, che peraltro è in avanzata fase di intervento, capace non solo di mantenere ma di elevare l’offerta sanitaria. Ma anche ai quasi 5 milioni di euro destinati al Pronto soccorso, di cui 400 mila euro per il primo intervento che sarà realizzato entro la fine dell’anno».

Nel corso del lungo incontro è stata condivisa la visione della sanità regionale che porterà, non solo, «al non ridimensionamento degli ospedali spoke ma alla loro specializzazione, trasformandoli in poli di eccellenza anche sovra regionale per i servizi resi».

Il sindaco Ziberna e l’assessore Romano hanno, pertanto, ringraziato il presidente Fedriga e l’assessore Riccardi per aver voluto «essere al fianco dei cittadini di Gorizia e dell’Isontino assicurando servizi sanitari che oggettivamente non si trovano nel resto del Paese, considerando che oggi la nostra regione già destina in proporzione più risorse umane e finanziarie delle altre alla sanità».

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