Lo "Sblocca Italia" non scioglie il rebus A4

Il decreto “Sblocca Italia” prevede altri fondi per la terza corsia, Debora Serracchiani non ha dubbi su questo. L’incertezza riguarda il quantum. Un assegno da 30 milioni «è somma ancora dovuta», ricorda la presidente citando il dettato del decreto del “Fare” del governo Letta che prevedeva un impegno di 160 milioni (130 sono già stati stanziati). Ma Debora non si accontenta. Spera anzi in una cifra più consistente dopo che pure nello “Sblocca Italia” la A4 viene presa in considerazione tra le opere beneficiarie di finanziamenti statali e da realizzare sbloccando le procedure burocratiche e amministrative. Sullo sfondo, però, c’è la questione tempo: per ottenere i fondi bisognerà aprire nuovi cantieri prima possibile. Già entro quest’anno.
Il pacchetto
Alla voce “infrastrutture” la Venezia-Trieste viene inserita in un pacchetto di interventi che Roma si impegna a sostenere con circa 3,9 miliardi, cui 841 milioni dal Fondo revoche del ministero delle Infrastrutture e 3 miliardi 48 milioni dal Fondo di coesione e sviluppo. Ma quei soldi arriveranno, precisa però il governo, a condizione che i cantieri si aprano entro pochi mesi.
Scadenza ravvicinata
La scadenza temporale, per la terza corsia, è decisamente ravvicinata: il 31 dicembre di quest’anno. Un limite che vale anche per il completamento della copertura del Passante ferroviario di Torino e del sistema idrico Basento-Bradano, gli interventi di automazione dei passaggi a livello in Puglia del corridoio ferroviario adriatico Bologna-Lecce e la tratta della metropolitana Colosseo-Piazza Venezia a Roma.
Il nodo ricorsi
Non ci fosse stato l’intoppo dell’interdittiva antimafia nei confronti della Rizzani De Eccher, non ci sarebbero problemi per la terza corsia, essendo in dirittura d’arrivo la conclusione dei lavori nel primo lotto e già affidati (alla “Tiliaventum” di De Eccher e Pizzarotti) quelli del terzo, da ponte sul Tagliamento a Gonars. L’interdittiva, proprio due giorni fa, è stata revocata dal Tar, ma non è ancora certo che non ci siano ricorsi al Consiglio di Stato da parte della prefettura di Udine o di qualche azienda messa dietro dalla Rizzani nella gara d’appalto del 2010. In quel caso passerebbe non meno di un anno e la terza corsia uscirebbe dalla corsa ai finanziamenti.
Non solo 30 milioni
Superasse invece questo ostacolo, Autovie Venete potrebbe utilizzare le risorse statali messe a disposizione dal decreto. Ma quante? Il riparto va ancora effettuato e la prudenza è massima. «Sappiamo bene di non essere i soli ad attendere quei fondi – dice il deputato Pd Ettore Rosato –. Di certo, con la presidente, faremo valere le nostre ragioni». Serracchiani, per ora, non può che ricordare che il decreto del “Fare” prevedeva un impegno governativo pari a 160 milioni. A fronte dello stanziamento di 130 milioni nel biennio 2014-15 (30 quest’anno, 100 il prossimo), i 30 mancanti vengono considerati come «dovuti». Dopo di che, garantisce, «come abbiamo sempre fatto finora, cercheremo di ottenere ulteriori somme e ci batteremo per l’allungamento della concessione, su cui è aperto il dialogo con il ministero, e la bancabilità dell’opera: anche qui siamo sulla buona strada».
Concessioni
Temi, questi ultimi, che rientrano nello “Sblocca Italia”. Tra i criteri del decreto spunta infatti anche l’aumento degli investimenti privati in infrastrutture autostradali attraverso la revisione e quindi l’eventuale allungamento delle concessioni (la proposta è stata notificata dal ministro Lupi alla Commissione europea) con la contestuale moderazione degli incrementi tariffari dei pedaggi autostradali.
Il punto
In attesa di informazioni romane, Serracchiani non dimentica che i lavori in A4 «sono continuati anche grazie ai fondi di Cdp», che il primo lotto «sarà completato entro l’anno», che la progettazione sul secondo «è a buon punto», che il quarto «è stato aggiudicato in via provvisoria» e che, al netto di ricorsi, «si può correre anche sul terzo lotto».
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