Lo sciopero prefestivo alle Poste spacca di nuovo il fronte sindacale

Oggi astensione dal lavoro indetta dalla Cgil. Cisl, Uil, Confsal e Cisal prendono le distanze: «Solo un’azione mediatica»

Giacomina Pellizzari

TRIESTE Oggi molti dipendenti di Poste italiane incroceranno le braccia. Non mancheranno disagi quindi anche nei nei 320 sportelli del Friuli Venezia Giulia anche se allo sciopero proclamato, assieme al blocco degli straordinari già in corso, dalla Slc-Cgil hanno aderito solo i sindacati autonomi di Confsal e Ugl, mentre Cisl, Uil e Failp-Cisal hanno scelto di prendere le distanze. Gli iscritti a queste ultime sigle timbreranno regolarmente il cartellino.

Ancora una volta dunque, davanti a una trattativa che sfocia in sciopero, il fronte sindacale si spacca. In regione era già successo recentemente durante le mobilitazioni su scuola e sanità. Resta il fatto che oggi, vigilia di Pasqua, anche se molto dipenderà dall’adesione, si rischia di trovare qualche ufficio postale chiuso o di ritrovarsi in coda negli altri.

I motivi della protesta

Lo stato di agitazione è stato deciso dopo aver registrato l’esito negativo del confronto in atto con l’azienda sulle assunzioni e sulle condizioni di lavoro del personale di sportello. La Slc-Cgil denuncia «la progressiva e drastica riduzione del personale, legata al mancato turnover». Attualmente agli sportelli lavora un migliaio di lavoratori, circa la metà dei dipendenti di Poste Italiane in regione. Si tratta di un numero in forte calo: nell’ultimo decennio gli organici hanno subito una riduzione del 30 per cento. «Dopo aver tagliato il personale, le ore di apertura e le postazioni in diversi uffici postali – spiega Riccardo Uccheddu, coordinatore regionale della Slc-Cgil –, l’azienda presenta un altro conto ai lavoratori: gli istituti contrattuali come le ferie, la certezza della sede e dell’orario di lavoro sono disattesi pressoché quotidianamente». La Cgil ritiene insufficiente la manovra straordinaria sul personale attuata quest’anno dall’azienda, che ha portato a 31 nuove assunzioni.

le posizioni di Cisl, Uil e Cisal

«In questi mesi i abbiamo lavorato molto, insieme, per rappresentare all’Azienda le criticità. Siamo convinti che la gran parte dei problemi che attanagliano i nostri territori risieda nella gravissima carenza di personale e che la partita si gioca a livello centrale e non nella macro area Nord est». Cisl, Uil e Cisal non citano a caso la manovra straordinaria anticipatoria delle Politiche attive 2022. E lo fanno perché in regione, questa stessa manovra, ha portato a 31 trasformazioni da part time in full time e all’assunzione di operatori di sportello full time in caso di mancata conversione dei part time. Di fronte a queste aperture, Cisl, Uil e Cisal ritengono quindi non sia il caso di scioperare. A loro avviso la Cgil punta a «un’azione mediatica premeditata che non porta benefici concreti» e vuole fare “pressioni” per aumentare le adesioni. «Siamo sicuri – scrivono in una nota i sindacati contrari – che i nostri colleghi non si lasceranno “tentare” dalla giornata pre-festiva dando il giusto valore allo sciopero».

L’azienda

Mentre i sindacati viaggiano divisi, l’Azienda fa sapere di aver «assunto, nell’ultimo biennio, 236 giovani: 53 nel 2020 e 183 lo scorso anno, fra addetti allo sportello (106), consulenti finanziari (36) e portalettere (94). Quest’anno invece ha stabilizzato 73 portalettere confermandoli a tempo indeterminato. Seguiranno altre tre assunzioni di figure professionali». Questi numeri - recita la nota di Poste - «sono destinati a crescere nel prossimo triennio per garantire un servizio sempre migliore. Certamente non siamo soddisfatti delle attuali condizioni di lavoro». —

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