L’oncologo: più broncopatie con le polveri della Ferriera

Lo studio “Sentieri” dell’Istituto superiore di sanità che ha analizzato lo stato di salute e malattia in 44 dei 57 Siti inquinati di interesse nazionale, e che è stato presentato l’altro giorno al convegno «Come sta Trieste?» ha dispiegato dati molto allarmanti. A livello nazionale nelle aree inquinate la mortalità è superiore del 15%, a Trieste del 3% rispetto al resto della regione, con un dato femminile tristemente più pronunciato (+6%). I dati sono stati riferiti da Riccardo Tominz che lavora al gruppo di Epidemiologia nel Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria. Diossine, metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici sono veleni che si diffondono. In più abbiamo Ferriera, inceneritore, Siot e amianto sparso. Lo studio ricorda che, dopo l’attentato all’oleodotto negli anni ’70, le ceneri residue finirono nelle grotte carsiche e i veleni entrarono nelle falde acquifere.
A Trieste ci sono più tumori che in ogni altra città della regione. Peraltro anche un’attesa di vita lunghissima. Il parere del medico? Parla Giorgio Mustacchi, direttore del Centro oncologico dell’Azienda sanitaria e docente universitario: «Per l’incidenza di alcuni tumori - afferma - non c’è una vera spiegazione. Il che significa che forse non si è ancora cercato nella direzione giusta. Molti tumori al seno si spiegano col fatto che le donne fanno pochi figli, e tardi, ma per esempio non abbiamo mai studiato la differenza di alimentazione fra Trieste e i dintorni di Tarvisio...».
Mustacchi però sottolinea l’indice di invecchiamento altissimo di Trieste (con l’età le malattie aumentano), dall’altro lato l’ottimo livello di cura. Per le broncopatie «probabilmente è la bora a sollevare le polveri sottili, e certamente chi abita sopra la Ferriera respira polveri in continuazione. Ma una ricerca anni fa dimostrò che nell’area di Servola c’erano più tumori. A causa della fabbrica? No, togliendo i fumatori, il dato era identico a quello della città». Lo stile di vita più sano (lo dice ogni studio) appartiene ai segmenti sociali più alti, povertà si associa a cattiva alimentazione, fumo e alcol.
Ma alla fine Mustacchi la più severa diagnosi la fa non tanto all’ambiente, quanto proprio ai suoi abitanti: «Il fumo è la prima causa di tumore al polmone, quello all’esofago viene solo se fumi e bevi, e la gente non ascolta i consigli. Lo “screening” contro il tumore al colon sta salvando tante vite, ma alla prima chiamata si è presentato solo il 20%. I triestini sono i più “testoni” di tutti - avverte Mustacchi -, si ammantano di cultura mitteleuropea mentre di mitteleuropeo qui non abbiamo più che Claudio Magris, sono presuntuosi, pensano di non aver bisogno di niente, che le “rogne” capitano sempre agli altri, e sono scettici. Invece - aggiunge - il mio messaggio di medico è questo: l’aspettativa media di vita è lunga, dunque fate esami, bevete e mangiate meglio, andate dal dottore, e se vi dà una pastiglia prendetela, controllate la pressione, evitate il sovrappeso che ormai è un evidente grave disagio anche di tante ragazzine, e così via. Insomma, triestini, fidatevi».
Quanto alle cause ambientali, certe sono note e certe ancora no, e questo secondo Mustacchi è stato evidenziato anche dall’analisi del Registro tumori, appena presentato a tutti i medici della regione.
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