«Lontana l’era della storica Sal Molto è mutato»
Con vivo dispiacere devo ammettere di trovarmi perfettamente d’accordo con quanto ha scritto Roberto Morelli. A Trieste negli ultimi tempi è molto cambiato riguardo alla letteratura, e non in meglio,...

Con vivo dispiacere devo ammettere di trovarmi perfettamente d’accordo con quanto ha scritto Roberto Morelli. A Trieste negli ultimi tempi è molto cambiato riguardo alla letteratura, e non in meglio, poche le idee, poche le risorse. A questo proposito ho scritto quanto segue, ricordandomi di un tempo di grande fertilità artistica, durante il quale la Sal (Società Artistico Letteraria) era indiscusso punto di riferimento a Trieste per la letteratura e l’arte.
Quanto ci manchi, caro Marcello Fraulini, mi mancano quei meravigliosi mercoledì della Sal al Caffè Tommaseo quando un gruppetto di poetesse, alcune ancora alle prime armi, ascoltavano i tuoi insegnamenti sul “far poesia”. Niente di imposto, di cattedratico, ma un parlare amichevole, tra un discorso e l’altro sulla nostra quotidianità, le notizie che si sentivano in città e poi dicevi: «Non scrivete mai poesia nella bufera dei sentimenti, ma soltanto quando i sentimenti si fossero sedati. Non parlate mai molto di voi ma andate oltre al vostro quotidiano per giungere all’essenza». Mentre l’assioma “L’arte per l’Arte” era il tuo credo, un’arte capace di cogliere il valore in sé, senza strumentalizzazioni, con la finalità di dare e ricevere conforto in un mondo col quale sembra via, via sempre più difficile misurarsi. Quel conforto che tu stesso davi con la tua presenza e i tuoi versi.
Eravamo un bel gruppetto, ben coeso, ricordo con affetto quelle amiche di poesia con le quali più delle altre mi sono sentita in sintonia: Mariuccia Comite Coretti poi Sangiglio, Elisabetta Penati Dimini, Renata Letizia Cargnelli, ma anche Laura Marocco Weight, Laura Borghi Mestroni, Rina Grassi Inchingolo, Graziella Gliubich Semacchi poi Ponis, Lucia Borsatti, Ariella Colombin, immancabile la presenza della Presidente della sezione Lettere della Sal, Lida Benci Fragiacomo. A queste poetesse si aggiungevano saltuariamente anche delle altre e pure alcuni poeti. È alla Sal che ho incontrato Claudio Martelli, editore in seguito della rivista “Trieste, Arte & Cultura”, altra grandissima perdita, e poi l’immancabile Sergio Brossi, attento recensore delle opere presentate, Ennio Emili ed Enrico Fraulini. Nominarli tutti è impossibile, perché in realtà tutti gli scrittori e gli artisti passarono per la Sal nei quaranta anni della sua attività.
Dopo gli incontri al caffè Tommaseo, spesso andavamo in gruppo a mangiarci una pizza, per commentare ancora gli argomenti trattati in quei fantastici incontri. Oggi siamo qui, ancora tra amici, al Salotto dei Poeti, sodalizio che deve le sue radici alla Sal. Come nacque la Sal? Era appena finita la seconda guerra mondiale e si sentiva l’urgenza di salvare qualcosa di prezioso dopo le immani distruzioni: la cultura. Così pensavano e pensarono Marcello Fraulini, Lida Benci Fragiacomo e Rodolfo Unterweger Viani nel maggio del 1945, mentre sorbivano un caffè al Caffè Garibaldi, allora sotto il Municipio. Quel primo entusiasmo dettato da una condizione contingente si è poi realizzato attraverso uno statuto, dove fu nominato alla presidenza del sodalizio Fraulini. Lo scopo della Sal era promuovere l’arte nel suo duplice aspetto: quello della creazione e quello della fruizione, tutti dovevano avere l’opportunità di manifestare le proprie doti creative ad usufrutto di tutti.
*poetessa e giornalista
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