L’orrore di Auschwitz in musica per i bambini

Arriva Brundibàr, opera per i più piccoli del ceco Kràsa. Nell’orchestra giovanile anche una studentessa goriziana
Polonia, Auschwitz campi di concentramento
Polonia, Auschwitz campi di concentramento

A ricordare i viaggi senza ritorno verso Auschwitz è il rumore di una locomotiva.

Una fila di bambini con la stella di David cucita sui vestiti attraversa la platea: su quei treni salivano anche i più piccoli e innocenti.

Quando si apre il sipario e sulla scena compaiono i letti a castello delle baracche dei campi, sovrastati dalla scritta Arbeit macht frei, il silenzio in sala è assoluto.

In occasione del "Giorno della Memoria", nella settimana che precede la ricorrenza del 27 gennaio, è andata in scena al Teatro Nazionale dell'Opera di Roma la prima di Brundibár: un'opera per bambini del compositore ceco Hans Krása, con la regia di Cesare Scarton e i costumi di Anna Biagiotti.

I protagonisti sono stati i ragazzi tra i sei e i diciotto anni del Coro Voci bianche e dell'Orchestra Giovanile del Teatro dell'Opera, diretti dal maestro José María Sciutto.

L'opera venne rappresentata per la prima volta nel 1943 nella fortezza di Theresienstadt/Terezin dove, a partire dal 1942, vennero concentrati dal regime nazista ebrei di una certa notorietà, intellettuali, artisti e scrittori la cui scomparsa avrebbe potuto dare adito a richieste di spiegazioni da parte di Paesi esteri.

Le autorità naziste avevano organizzato il campo di Terezin in modo tale da ingannare l'opinione pubblica internazionale: avevano infatti dato agli ebrei la possibilità di promuovere iniziative culturali.

La presenza di numerosi musicisti rese possibile l'allestimento di molte opere e anche dei lavori dei compositori deportati.

L'opera che riscontrò maggior successo fu proprio Brundibàr, che venne messa in scena anche in occasione dell’ispezione della Croce Rossa Internazionale.

Quando però le ispezioni cessarono, per l'avvicinarsi del fronte, artisti e compositori vennero inviati nei campi di sterminio. Hans Krása fu ucciso ad Auschwitz il giorno stesso del suo arrivo.

«È un bel messaggio, di come l’arte trionfi sull’odio» ha affermato Riccardo Pacifici, presidente della Comunità Ebraica di Roma. L'opera, infatti, è stata rappresentata da ragazzi con una passione comune: l'amore per la musica.

Ed è proprio questo amore per la musica ad essere stato trasmesso in tutte e quattro le rappresentazioni, due delle quali andate in scena proprio per sensibilizzare i ragazzi delle scuole elementari, medie inferiori e superiori.

Alla fine dell'opera si sostituisce all'insegna di Auschwitz un arcobaleno, messaggio di speranza sovrastato però dallo stesso rumore del treno che aveva aperto l'opera.

Si ricorda così la triste fine toccata a quei bambini.

«I giovani solisti, il Coro delle Voci bianche e l'Orchestra giovanile dell'Opera, hanno dimostrato ottima preparazione e impegno totale e commovente» scrive il Giornale della Musica.

Alla prima, riservata alla comunità ebraica, erano presenti l’ambasciatore israeliano a Roma, Naor Gilon, Gianni Letta, il presidente della Comunità Ebraica a Roma Riccardo Pacifici e il sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Per me, studentessa sedicenne del Liceo Scientifico “Duca degli Abruzzi” di Gorizia, partecipare a questa produzione con il Teatro dell'Opera di Roma come membro dell'Orchestra giovanile, oltre ad essere stata un'altissima esperienza formativa, è stata un'occasione per poter approfondire alcuni aspetti della Shoah.

L'Orchestra giovanile del Teatro dell'Opera di Roma, che si ritrova mensilmente a Roma presso il Teatro dell'Opera per prove e concerti, è composta da 51 ragazzi tra i 16 e i 25 anni provenienti da tutta Italia e dall'estero (Turchia, Regno Unito, Polonia, Taiwan) che hanno superato un'audizione di valenza biennale.

Brundibàr verrà rappresentata a Gorizia nel mese di maggio 2013 in due appuntamenti mattutini dedicati alle scuole della Provincia di Gorizia e della Slovenia.

Elisa Gerolimetto

classe 3.a B

Liceo Scientifico Duca degli Abruzzi

Riproduzione riservata © Il Piccolo