L’orso Madi a zonzo per l’Isontino stupisce la scienza

L’orso di Ikea si chiama Madi e la sua avventura nella pianura friulano-isontina è unica al mondo. A renderla straordinaria non è tanto il fatto - già di per sé curioso - che sia ghiotto di asparagi e savoiardi o che abbia frequentato i centri commerciali di Aiello e Villesse, quanto il fatto che abbia percorso 80 chilometri in perfetta linea retta nonostante si muovesse in un ambiente fortemente antropizzato. Grazie alle analisi dei campioni di pelo e di feci raccolti, è stato possibile, da un lato, identificarlo, dall’altro, ricostruirne la dieta e gli spostamenti. I risultati delle ricerche condotte dall’Università di Udine, dal Corpo forestale regionale, dagli uffici di Gestione faunistica del Fvg e delle Province di Gorizia e Udine sono stati presentati a Palazzo Attems in un affollato incontro pubblico al quale hanno partecipato Mara Cernic (assessore provinciale all’Ambiente), Sara Vezzaro (associazione Il villaggio degli orsi), Umberto Fattori (Ufficio studi faunistici Fvg), Giuliana Nadalin (Servizio regionale Caccia e risorse ittiche), Paolo Benedetti (Corpo forestale Fvg), Stefano Filacorda (Università di Udine), Stefano Pesaro (veterinario) e Michele Benfatto (Ufficio provinciale Gestione fauna selvatica). Madi è stato catturato la prima volta due anni fa quando ancora pesava 90 chilogrammi. Il radiocollare che gli era stato applicato aveva permesso di tracciare i suoi spostamenti tra Carnia, Austria e Veneto, dove una notte era stato anche filmato mentre attraversava una strada tra Pieve di Soligo e Conegliano. Sparito completamente per un anno, a febbraio era ricomparso. Aveva ancora il collare, che non si era sganciato e lo costringeva perché nel frattempo era cresciuto e aveva raggiunto i 150 kg. Per la sua sicurezza è stato quindi necessario ricatturarlo. La diffidenza nei confronti della gabbia ha però reso l’operazione complicata; è a quel punto che sono entrati in scena i savoiardi, a cui non è riuscito a resistere e lo hanno “messo in trappola”. A causa delle lacerazioni al collo, ad aprile i ricercatori non hanno però potuto posizionare un nuovo radiolocalizzatore, così Madi è stato liberato senza dispositivi di monitoraggio. In ogni caso, a farsi trovare ci ha pensato lui qualche giorno più tardi, quando il 6 maggio, alle 6.30, si è materializzato alle porte di Sedegliano per poi dirigersi verso sud-est seguendo a nord la Napoleonica. Prima d’essere ripreso dalle telecamere di videosorveglianza del parco commerciale di Villesse, l’orso era passato dall’Outlet Village di Aiello, dove ha sfondato due recinzioni. Non è ancora chiaro come abbia fatto a superare la A23, ma di certo, prima di spostarsi verso Fogliano, al Tiare Shopping ha tentato (senza riuscirci) di entrare in autostrada. Le impronte ritrovate nelle vicinanze della tendopoli dei profughi accampati in riva all’Isonzo a Gradisca, dimostrano che ha attraversato il fiume nuotando a valle del ponte di Sagrado. Le ultime tracce sono quelle lasciate la mattina del 9 maggio all’agriturismo Le Giare dove ha preso di mira alcune arnie. Dall’analisi delle feci eseguite dall’Ispra di Bologna è stato possibile scoprire che si è nutrito anche di asparagi. Perché Madi si è spostato in linea retta tra i paesei? Secondo Stefano Filacorda, ricercatore esperto in fauna selvatica, Madi lo ha fatto per riprodursi nei luoghi dove è nato. «Se collego i punti da dove siamo certi che è passato posso tirare una linea retta. Prolungandola da un lato arrivo al Monte Nevoso, dove c’è la maggior concentrazione di orsi, ma prolungandola nell’altra direzione arrivo dove l’abbiamo catturato ad aprile per togliergli il radiocollare. È incredibile e in letteratura non esistono casi simili», assicura Filacorda.
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