L’Ufficio scolastico del Fvg a rischio chiusura

TRIESTE. Un altro pezzetto di autonomia rischia di sparire. Il ministero dell’Istruzione sta pensando di accorpare alcuni Uffici scolastici regionali, tra cui quelli di Friuli Venezia Giulia e Veneto. Una soluzione che non va giù al presidente della Regione, Renzo Tondo, che ha scritto al ministro Francesco Profumo auspicando una soluzione diversa che non intacchi l’organismo scolastico in regione: «La riorganizzazione del ministero dell’Istruzione che si sta profilando non è adeguata alla realtà della nostra regione e quindi chiedo di salvaguardare la dimensione regionale dell’Ufficio scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia».
L’ipotesi di riorganizzazione coinvolge tutta la struttura organizzativa del ministero con il taglio di un paio di direzioni generali e l’accorpamento di alcuni Uffici scolastici regionali: Piemonte e Liguria, Marche e Umbria, Abruzzo e Molise, Puglia e Basilicata e, per l’appunto, Veneto e Friuli Venezia Giulia, con la sede nel capoluogo della Regione avente il maggior numero di popolazione studentesca, nel caso in questione a Venezia. Nella nota inviata al ministro, Tondo segnala che questa ipotesi si pone in contrasto con il lavoro già in itinere a livello di commissione paritetica Stato/Regione per l’attuazione del nuovo Titolo V della Costituzione in Friuli Venezia Giulia, nel cui ambito si colloca anche la materia dell’istruzione. Lo statuto di autonomia, approvato con legge costituzionale, come ricorda Tondo, prevede infatti che all’assegnazione di nuove funzioni in capo alla Regione si accompagni «il trasferimento all’amministrazione regionale degli uffici statali che nel Friuli Venezia Giulia adempiono alle funzioni attribuite alla Regione». Il presidente sottolinea inoltre che il sistema scolastico del Friuli Venezia Giulia comprende scuole con insegnamento in lingua slovena, il cui ordinamento è regolato da rapporti internazionali e scuole con corsi plurilingue in relazione alle tre lingue minoritarie presenti nel territorio, riconosciute e tutelate dalla legge numero 482 del 15 dicembre 1999. In considerazione di queste motivazioni, Tondo chiede a Roma «di salvaguardare la dimensione regionale dell'Ufficio scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia».
Preoccupazione viene espressa anche dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame. Da una parte fa notare che «come dirigente dello Stato, non posso esprimere opinioni in merito all’attuazione, da parte del ministero, di una legge del Parlamento come quella sulla spending review», ma dall’altra non nasconde non nasconde le difficoltà che, già presenti con l’attuale assetto, potrebbero accentuarsi con l’accorpamento.
«La configurazione sarà di fatto diversa con un taglio di posti dirigenziali. Con meno risorse - spiega Beltrame - bisognerà cercare di fare il massimo possibile». Il direttore sottolinea come «sia in Friuli Venezia Giulia che in Veneto si lavora già con un numero di dirigenti ridotto tanto che da noi non sono nemmeno coperti tutti i posti. Ci viene chiesto un ulteriore sacrificio che potrebbe rendere le condizioni di lavoro più difficili».
Esiste anche il problema non secondario del contatto diretto con il territorio. «Si pone la questione della raggiungibilità – aggiunge Beltrame – tenuto conto che attualmente non abbiamo un auto di servizio né il rimborso delle spese di viaggio. Si rischia di non garantire la presenza sul territorio con il quale in questi anni abbiamo costruito una buona rete di rapporti che speriamo di poter mantenere. Ma non sarà facile perché se c’è da coprire un territorio che va da Trieste a Verona la situazione sarà più difficile». Anche Beltrame, come Tondo, sottolinea la questione delle scuole di lingua slovena. «Abbiamo un apposito ufficio che attua un’interlocuzione diretta con il ministero attraverso la direzione generale. Anche in questo caso bisogna capire se e come sarà modificata la struttura».
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