Madelen, kickboxer “triestina” tra guantoni, sfilate e filosofia

La giovane norvegese Softeland si allena all’Audace e fa la modella per l’Adidas «Studio, lavoro e sport mi lasciano poco tempo per lo svago. Gareggio con equilibrio» 
Lasorte Trieste 03/04/19 - Piazza Unità, Madelen Søfteland, Atleta Kickboxing, Muay Thai, Attrice
Lasorte Trieste 03/04/19 - Piazza Unità, Madelen Søfteland, Atleta Kickboxing, Muay Thai, Attrice



La filosofia antica per capire il mondo, l'arte marziale per nutrire la mente e far parlare il corpo. E' il mondo di Madelen Softeland, la guerriera norvegese di kickboxing approdata da qualche anno a Trieste, la “Captain Marvel” della K1 che ama coniugare libri e guantoni, e senza magari disdegnare qualche sortita su un set cinematografico. Quasi trentenne, originaria di Grimstad, un centro di circa 20.000 abitanti situato sul lato costiero meridionale, città che pare possa vantare il maggior numero di ore di sole della Norvegia nell'arco dell'anno, un clima che deve aver favorito carattere e passioni della bionda atleta, abituata sin da piccola a correre, praticare sport ma anche a darsi da fare con i primi lavori, quelli da adolescente a contatto con la natura, come la raccolta delle fragole oppure come supplente nelle scuole. Lo sport tuttavia è già in primo piano. Un percorso iniziato con la pallamano ma sfociato ben presto nelle arti marziali, specialità Light Contact, ramo della Kick Boxing ambientato sul tatami (tappeto) e che privilegia la “chirurgia” dei punti mirati e un contatto ridotto ai minimi sindacali. La cosa riesce bene a Madelen, che con la Nazionale nei -75 kg conquista 2 argenti ai mondiali e un bronzo agli europei. La danza marziale della Light ben presto non basterà più. Lo spirito guerriero vuole altro, nuovi lidi e altri stimoli. Il viaggio inizia e Madelen sbarca prima in Ucraina, all'interno di una struttura sportivo – militare, dove i ritmi sono spartani e i colori epici: «Facevamo tre sedute al giorno – ricorda l'atleta – alle volte piangevo dalla fatica prima di addormentarmi ma è stato bellissimo, formativo». Dall'Ucraina all'Ungheria, sino all'Italia, prima a Cuneo e poi tornando alle origini, lavorando in Veneto, alla corte di Manuel Nordio, coach della Nazionale di Light Contact. Non c'è solo l'arte marziale da nobilitare. Si, perché accanto ai guantoni e alla condizione atletica, lo studio non resta mai alle corde e vive round altrettanti validi con la laurea in Filosofia ottenuta a Oslo e rifinita poi con un soggiorno in Grecia, a stretto contatto con le fonti predilette. A Trieste ci arriva due anni fa circa, sospinta dalla scelta del tecnico di fiducia, il francese Didier Le Borgne, con cui lavorare nella K1 alla palestra Audace, il suo passaggio dal tatami al ring che per il momento parla di 13 match, di cui 7 vinti. La sua avvenenza intanto non passa inosservata, tradotta con gli spot per marchi come Adidas e con il debutto sul set di “Fliyng Guy”, pellicola d'azione girata in Francia e attesa nelle sale nel 2020. Trieste deve ancora scoprirla del tutto, immersa come è nella K1 - con il match alle porte del 13 aprile, due allenamenti al giorno, alimentazione vegana - e nello studio, quest'ultimo contemplato ancora in Filosofia, una sorta di Baccalaureato: «Quando gli altri escono alla sera, io vado a coricarmi – racconta divertita – Trieste? È bella, devi viverla a naso all'insù per scoprire le sue bellezze culturali e artistiche, ma per il momento devo ancora fare vere amicizie, diciamo che trascorro le poche ore libere ammirando i tramonti». E poi la missione da compiere: «Gareggiare, si, ma trasmettendo equilibrio, pace interiore – conclude – e una forza non solo fisica». —



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